Il lunedì del Napoli edizione speciale – Mertens ci mette il lato B, Duvan la riapre e rovina la Pasquetta del San Paolo: il Papu l’aveva detto…
Il lunedì del Napoli è bagnato dalla pioggia del San Paolo e segnato dai primi ed inesorabili bilanci di un mese di Aprile che si conferma ancora in salita per gli azzurri. Un campionato ormai con poche pretese per Mertens e soci che, eliminati anche dall’Europa League, devono convogliare energie fisiche e mentali nelle restanti partite di una serie A che ha già consegnato i suoi primi verdetti senza troppo mordente tra le primissime posizioni. Non un alibi né una giustificazione per l’ennesima sconfitta evitabile, per l’ennesima prestazione che fa storcere il naso ai tifosi che hanno deciso di trascorrere al San Paolo la loro Pasquetta. Ed ecco l’ennesima settimana amara per i supporter all’ombra del Vesuvio che si ritrovano in questo martedì non solo a tornare alla normalità dopo il weekend pasquale ma anche a fare i conti con la realtà: la truppa di Ancelotti deve darsi una svegliata, altrimenti i prossimi 25 giorni saranno davvero complessi da gestire. Per tutti.
P come Pasquetta
Il lunedì del Napoli lascia spazio alla Pasquetta made in Fuorigrotta, una special edition per chi ama l’azzurro in maniera viscerale. Si abbandonano amici, scampagnate, famiglia, fidanzate, pic nic, casatielli e pastiere per perseguire ancora una volta una fede. Nella vita però, ciò che si fa non ha sempre un ritorno positivo: non solo in molti hanno deciso di sacrificare la classica giornata di bivacco per un Napoli-Atalanta con poco mordente quando diluvia ed il Napoli perde. Oltre il danno anche la beffa, insomma. Da aggiungere anche chi ha aspramente criticato le “poche” presenze al San Paolo, alle ore 19 di Pasquetta (lo ripetiamo ancora una volta, Pasquetta ndr): il periodo non è dei migliori, la settimana non è delle migliori ma, anche se non in toto, il pubblico azzurro ha deciso comunque di presenziare al fianco di un squadra che ha bisogno e merita fino alla fine il massimo sostegno per quanto fatto e dimostrato sino ad oggi. Per amici, scampagnate, famiglia, fidanzate, pic nic, casatielli e pastiere, appuntamento al 25 aprile: sperando questa volta che il prossimo lunedì del Napoli sia maggiormente sereno e gioioso…o almeno, con la pancia ancora piena.
L come LatoB
Nella vita ci vuole fortuna ed anche nel calcio il fato è un elemento imprescindibile, in particolar modo in determinate occasioni. Una rete siglata o subita all’ultimo secondo, la palla che sfiora la traversa ed esce fuori, un infortunio nei primi minuti, un tiro deviato: tutto può subire l’influsso della Dea bendata, che spesso nel metterci lo zampino decide momenti e gare importanti. Questione quindi di fortuna…ed anche di lato B, come quello che ha permesso Dries Mertens di portare il Napoli in vantaggio al 28′. Tante occasioni costruite dalla truppa di Ancelotti che sblocca il risultato soltanto con un colpo di genio (e di fondoschiena…) del folletto belga, tra i migliori in campo e sostituito al 77′ al posto del subentrato Younes sull’1-1. E lì, proprio lì, la stessa fortuna volta le spalle ai partenopei: gli audaci nel finale di gara vestivano la maglia orobica a strisce nere ed azzurre, premiati in quantità e concentrazione. A caccia dell’Europa, al cospetto di chi non ha quasi nulla più da chiedere ad un lunedì del Napoli nuovamente da dimenticare.
S come SantoMasiello
Nel lunedì del Napoli ricco di capovolgimenti di fronte, strettamente correlato alla fortuna c’è SantoMasiello, invocato a più riprese al 50′ sia dai tifosi azzurri che da quelli orobici. Un centimetro, un solo centimetro ha diviso Arek Milik da un gol che probabilmente avrebbe cambiato la partita portando il Napoli al doppio vantaggio ed in una condizione psicologica completamente diversa. Eppure lì, tra il centimetro e la linea di porta c’era proprio lui, SantoMasiello, protettore della pasquetta bergamasca e delle ambizioni orobiche da Champions. C’è chi dal Nord Italia l’ha invocato per una stading ovation e chi l’ha urlato a squarciagola dal San Paolo, esorcizzando al cielo plumbeo ciò che ti ha tolto la fortuna, precedentemente amica e poi bendata. SantoMasiello, prega per noi.
P come ProfeticoPapu
Il Papu Gomez ormai lo conosciamo bene e per chi è social addicted è quasi un amico: simpatico, coinvolgente, un professionista serio, uno stakanovista ambizioso che dall’alto (o forse dal basso…) dei suoi 165 centimetri è tra i leader indiscussi di un’Atalanta meravigliosa nelle ultime stagioni. Un capitano di nome e di fatto, che con la sua fantasia fa brillare le giocate dei compagni, esaltando le loro qualità chiamandoli spesso in casa e lanciandoli a rete. Nel lunedì del Napoli però, abbiamo scoperto anche un’altra dote del Papu: la profezia. Riavvolgiamo un attimo il nastro: è il 77′ di Napoli-Atalanta, risultato di 1-1. Gli azzurri sono in completo black out dopo la rete siglata dal solito Duvan Zapata mentre gli orobici macinano gioco ed occasioni da rete. La telecamera si sofferma proprio su Gomez e sul suo labiale, riproposto più volte anche in un suggestivo slow motion: “Se non facciamo ca**ate, la vinciamo”. Detto fatto, ci ha pensato Pasalic. Chapeau.
D come Duvan
Duvan, semplicemente Duvan. Lo Zapatone Nazionale è come quelle ex che ricorderai per sempre con grande amarezza perchè quando ci sei stato insieme non ne hai apprezzato le qualità e l’hai abbandonata, lasciandola a chi, secondo il tuo te di quel momento, la meritasse di più. La rincontri ed è insieme ad un ragazzo giovane ma ambizioso, sicuramente meno bello ed affascinante di te che giri il mondo e che hai una posizione migliore, un lavoro più stabile e sicuro, ma che la tratta come merita e come avrebbe sempre voluto. Corsi e ricorsi storici, metafore di una vita che ne fa cogliere il senso solo dopo, solo quando è troppo tardi. Classe 1991, Duvan ha vestito la maglia azzurra in pianta stabile dal 2013 al 2015 e da allora tra prestiti, cessioni e bocciature, ne è passata di acqua sotto i ponti. Il piccolo (solo anagraficamente ndr) Duvan è cresciuto, maturato tecnicamente e tatticamente ed adesso è un centravanti eccezionale. Non solo prestanza fisica ma grandissima presenza a tutto campo ed anche ieri al San Paolo l’ha dimostrato: grandi sportellate con Koulibaly, sempre pericoloso in area piccola ed al servizio dei compagni. Un grande rimpianto non averlo valorizzato, inutile ribadirlo. Ma forse era giusto così, forse ma forse…ma sì.
C come Calo Psicologico
Parte bene, benissimo il Napoli, a ritmi alti e particolarmente propositivo in attacco. Trova persino la rete alla mezz’ora con Mertens, prosegue nella spasmodica ricerca del raddoppio anche ad inizio ripresa e poi il buio. La girandola di sostituzioni di mister Gasperini mette in difficoltà gli azzurri, che subiscono le iniziative dei bergamaschi ed alla rete di Duvan spengono definitivamente la luce. Si rifanno vivi i fantasmi con il volto di Arsenal, Genoa, Empoli, Sassuolo solo per citarne alcune, i fischi di Fuorigrotta diventano un ricordo assordante e sempre più vivo. Il ritmo partenopeo cala, così come l’entusiasmo di Callejon e compagni che soccombono sotto i colpi dell’entusiasmo avversario, con un piazzamento Champions più che meritato nel mirino. Ennesimo lunedì da incubo e tante valutazioni da fare, non solo per il futuro ma soprattutto per il presente: onorare la fine del campionato perché i tifosi lo meritano, non perdere il secondo posto e non gettare al vento ciò che di buono fino ad ora è stato fatto. Da Frosinone in poi, tutte finali: per se stessi, per l’onore della serie A e per dimostare a tutti il vero valore del Napoli, sempre e comunque.
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Testarda, imprevedibile, caparbia e passionale. Con la “testa nel pallone” ed i piedi in uno stadio.