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Da idea rivoluzionaria a trend topic: ecco come i social coinvolgono le masse

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Il calciomercato potabile alle masse: ecco cosa accade se invece di riferire delle voci ufficiose qualcuno si inventa una caccia al tesoro fatta di indizi sotto forma  di enigmi.

Ormai i social hanno invaso la nostra vita privata e non. Non ne sono indenni i calciatori che sui social affidano messaggi a volte fin troppo espliciti come partenze, trasferimenti ed anche dispetti e capricci. Viviamo ogni giorno un mondo parallelo in cui la velocità di un tweet o di un post supera di gran lunga anche la volontà delle parti in causa. Come quando le società vengono a sapere per ultime delle volontà di un calciatore di andare via o di restare.

E probabilmente le finestre di calciomercato, soprattutto quella estiva, sono il momento migliore per scatenare la guerra di informazioni ufficiali e ufficiose, azzardate e perfino inventate di sana pianta per destabilizzare gli ambienti societari. Accade finanche che un’intera nazione come la Colombia decida di odiare un famoso allenatore come Zinedine Zidane perché invitata da un tweet. Dopotutto come si permette questo allenatore, per quanto famoso e prestigioso, a trattare male un giocatore come James Rodriguez?  Ed ecco che le masse rispondono a sostegno del proprio beniamino prima messo fuori rosa, poi reintegrato ma non col suo numero di maglia, il 10, bensì col 16. Un numero neanche messo in  vendita negli store ufficiali.

Scrive così il candidato colombiano Humberto de la Calle, che propone ai propri elettori di unirsi in un patto contro l’allenatore francese: “Propongo un patto nazionale. Se siamo condannati ad odiare, allora mettiamoci d’accordo nell’odiare Zidane. Viva James”.

Povero James Rodriguez, sostenuto ad oltranza dai suoi tifosi contro un ambiente societario che a loro dire lo sta mettendo in difficoltà. Potevano essere da meno i tifosi napoletani sui social?

Occorre sostenerlo, ricordargli che per un Real Madrid che lo rigetta c’è una Napoli intera che lo accoglierà volentieri  a braccia aperte. Per uno Zidane che non sa cosa fare con lui, c’è un Carlo Ancelotti che fin dal primo momento gli ha ricordato quanto sia stato grande sotto la sua guida, un padre che chiama a raccolta i figli per scrivere di nuovo la storia.

Ed il popolo napoletano non è da meno di quello colombiano. E sempre a colpi di tweet entra di prepotenza nella nostra storia un personaggio di nome SPUD. Nessuno lo conosce, nessuno sa perché lui parli tanto e con ragion veduta di calciomercato. Ma tutti sanno che “il Ragno” sa e bisogna ascoltarlo.

E il Ragno decide di far sapere a James che Napoli è casa sua e lancia un hashtag #jamesmicasaescasatoja certo che chi lo segue su Twitter capisca. Attenzione a questo misto di spagnolo e napoletano “mi casa es casa toja”, sembra dire: “facciamolo davvero sentire a casa sua”. Ed è subito trend topic! Che vuol dire? Che nel giro di poche ore migliaia di persone si sono scambiate messaggi aggiungendo questo marchio di fabbrica e facendolo diventare virale fino ad essere di tendenza. Gli hanno fatto ogni sorta di invito e offerto qualunque cosa: dal cibo al chiaro di luna sul lungomare, scatenando la proverbiale fantasia partenopea.

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