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De Nicola: “Insigne vive per Napoli, Ghoulam e Milik? Ogni infortunio lascia un segno”

Alfonso De Nicola, ex medico sociale della Ssc Napoli, è intervenuto oggi in diretta a  Radio CRC ,  rilasciando un’intervista

Il Dottor de Nicola si è soffermato  sul suo rapporto con i tifosi del Napoli e sugli “ Sfortunati” infortuni subiti da Ghoulam e Milik.

Ecco le sue dichiarazioni
“Il calore del tifoso napoletano si sente ovunque. Sono lontano dalla squadra, ma allo stesso tempo vicino. Mi trovo a Telese Terme e qui ci sono tantissimi tifosi del Napoli”.

Insigne?

“Ho visto la partita con i Liverpool. Lorenzo è un ragazzo che si allena seriamente, sempre molto vicino alla squadra. Viene da un’educazione molto particolare: ha iniziato a fare il calciatore assieme a gente che metteva al primo posto la squadra e ne ha preso le sembianze. Lo conosco da quando aveva 14 anni. Lorenzo l’ho sempre stimato tantissimo e gli voglio bene come si vuol bene ad un figlio. E’ molto legato al territorio, vive per Napoli (un po’ com’era Paolo Cannavaro). Quando un calciatore va in Nazionale va seguito da qualcuno della società, perché è importante che i preparatori abbiano una comunicazione importante, che non si limiti unicamente ad una telefonata. I calciatori devono giocare esattamente come giocano all’interno dei club. “

Su Hamsik

“In questi 15 anni di Napoli, Hamsik è stato quello che mi ha lasciato più di tutti; ha dato tantissimo ed è stato un giocatore davvero serio. Quando Marek veniva messo fuori campo non si arrabbiava, ma si impegnava sempre più duramente. Venivo preso in giro, affermavano lo trattassi come mio figlio. Hamsik è stato tutto per il Napoli, l’unico che può essere paragonato a Maradona per quanto ha dato alla squadra. E’ rimasto quello che era da ragazzino. Sono legatissimo a lui ancora adesso”. 

Sarri?

“Non l’ho ancora visto con la giacca in panchina. Lo vedo sempre uguale. E’ una persona che mi ha fatto crescere tantissimo e che mi ha insegnato tante cose”.

Ghoulam e Milik?

Ogni infortunio lascia un segno, bisogna attendere. Più tempo stai fermo e più tempo impieghi a riprenderti, anche mentalmente. Non credo che la responsabilità sia da attribuire a qualcuno di noi. Le ricadute possono essere sintomi di superficialità, ma non gli infortuni. Sono stati sfortunati”.

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