Black Devil – E’ guerra tra tifosi rossoneri e AC Milan
C’è qualcosa che non va nei rapporti tra le società di calcio ed i propri tifosi. La visione manageriale si scontra con la visione più romantica del calcio, l’appartenenza viscerale ai colori. Tutto questo genera criticità nella reale quotidianità del tifo.
Un braccio di ferro senza vincitori né vinti: le società si illudono di poterli gestire ma i tifosi sono sempre il dodicesimo uomo in campo. Sono coloro senza i quali non avrebbe alcun senso giocare una partita. Che siano a casa o sugli spalti: sono la vera forza che muove il carrozzone.
E’ il principio che affermano in questi giorni i tifosi del Milan, un gruppo in particolare: i Black Devil. Non appartengono ad alcun Milan Club, non si piegano alle regole, e di conseguenza la Società AC Milan non li riconosce.
Dopo gli scandali risalenti a Torino, lato FC Juventus, la Figc dallo scorso campionato ha regolamentato questo tipo di rapporti. Obbligando tutte le società professionistiche ad adottare un Codice di Condotta. La Federazione con questa introduzione prevista dal Codice di Giustizia Sportivo ha inteso semplificare il controllo dei rapporti tra Società e tifosi. Le singole società hanno potuto attingere e modificare ad personam le norme adottate dal CGS, ma in alcuni casi hanno stretto e limitato anche la semplice esibizione del tifo sugli spalti.
AC Milan, nel caso specifico emerso dal comunicato dei Black Devil, ha di fatto proibito l’esposizione del loro striscione e di conseguenza l’esibizione di bandiere e stendardi.
Ecco cosa lamentano i tifosi raggiunti dalla nostra redazione. Perché il comunicato apparso sul loro sito web parla chiaro. La società gli impedisce di portare bandiere e stendardi allo stadio, appellandosi al Codice di Condotta: “Sono inoltre inclusi nei casi di violazione del Codice di condotta… (xvii) condotte consistenti nell’esposizione di bandiere e stendardi afferenti a club o gruppi di sostenitori in assenza del corrispondente striscione, ovvero in settore numerico diverso da quello ove è esposto il corrispondente striscione”.
I tifosi però hanno richiesto mesi fa l’esposizione del loro striscione, ma la società non ha mai dato risposte esaustive e tempestive per il campionato ormai iniziato. La comunicazione tra tifosi e Società, sempre in base al Codice, viene affidata a figure intermedie, che quando interpellate, non sono riuscite a mediare la situazione.
Perché la SSC Milan sembra avercela con i Black Devil? Perché sul web girano da luglio 2018 articoli che parlano di infiltrazioni malavitose nelle loro file?
Abbiamo fatto questa domanda direttamente ai Black Devil, perché sono stati attaccati davvero senza esclusioni di colpi da Il Fatto Quotidiano. Il giornale li associati alla ‘ndrangheta, ha fatto nomi e cognomi parlando di spaccio di droga, furti e dati informatici ed ovviamente Daspo come misura estrema.
Potrebbero essere questi i pregiudizi che la SSC Milan ha nei confronti di questo gruppo organizzato. Questo manipolo di tifosi, una cinquantina, che da pochi anni hanno occupato un posto di rilievo nello scenario del tifo milanista.
Il giornalista Davide Milosa è stato estremamente preciso nel dettagliare le connessioni malavitose che secondo lui graviterebbbero intorno ai Black Devil. Mancano però tutte le conferme, come ci spiega un rappresentante del gruppo di tifosi. E soprattutto come fa questo giornalista a sapere quali sono i movimenti e le richieste dei tifosi appena vengono presentate alla società?
Secondo la nostra fonte, qualcuno manovra le notizie che escono ma soprattutto fa in modo che il gruppo dei tifosi sia malvisto e malsopportato. L’ AC Milan dovrebbe forse chiarire il perché di tanti divieti e perché non vengano estesi a tutta la tifoseria organizzata.