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Balotelli: un calcio al razzismo della Serie A

Mario Balotelli

Sui campi di Serie A continuano a consumarsi pagine pietose riguardo il tema del razzismo. Oggi pomeriggio è toccato a Mario Balotelli nella sfida Verona-Brescia.

La partita

Il match giocato tra le due squadre che hanno l’obiettivo di salvarsi è terminato 2-1 per gli scaligeri. L’Hellas vince grazie alle reti, tutte arrivate nel secondo tempo, di Salcedo e Pessina. Inutile il grandissimo goal ad accorciare le distanze proprio del numero 45 in forza alle rondinelle.

Oltre alla bellissima rete Balotelli ha disputato una buona gara, andando vicino al goal anche nel primo tempo con un calcio di punizione che si infrange sul palo (CLICCA QUI PER VEDERE GLI HIGHLIGHTS SERIE A DELLA PARTITA).

Il bruttissimo episodio

La scena è avvenuta nel secondo tempo. I padroni di casa sono da poco passati in vantaggio ed il Brescia sta gestendo la palla in attacco, proprio sotto la curva dei tifosi dell’Hellas. Mario Balotelli tiene la sfera a ridosso della bandierina, circondato da due avversari e dai buu assordanti.

Ha resistito fino a quel momento ma poi esplode. Prende il pallone in mano e lo calcia di prepotenza in direzione dei supporter gialloblu. Arrabbiato ed incontenibile, il gioco si ferma inevitabilmente.

Saranno gli avversari in campo e soprattutto i compagni di squadra a placarlo e far riprendere la partita.

Napoli e Balotelli legati da un filo comune

Cosa hanno in comune Napoli, il Napoli e Mario Balotelli? Davvero tanto. SuperMario ha un legame speciale con la nostra città, in quanto ha una figlia nata dalla relazione con la showgirl napoletana Raffaela Fico.

Inoltre in passato lo stesso calciatore ha dichiarato più volte amore alla città ed alla squadra, dicendo che sarebbe stato bello vestire la maglia azzurra e giocare al San Paolo non da avversario.

Ma il filo comune che lega Napoli e Balotelli in questo tormentato fine settimana è la discriminazione. Razziale per quanto riguarda il bomber, anche in passato oggetto degli sciagurati buu razzisti che piovono dagli spalti avversari durante una partita di pallone. Discriminazione territoriale per i tifosi napoletani, che ancora una volta hanno dovuto sentire dalla fazione avversaria in Roma-Napoli lo schifoso ed inammissibile coro “Vesuvio, lavali col fuoco”. A nulla è servito lo stop dell’arbitro Rocchi, che da galantuomo ha fermato il gioco e richiamato tutti i calciatori a centrocampo. I cori sono continuati anche successivamente.

La cosa certa è che due episodi del genere a distanza di un giorno devono far riflettere tutti, dai vertici fino al più piccolo tifoso. Se in un Paese che si professa civile come l’Italia nell’anno 2020 si verificano ancora questi fattacci, vuol dire che la strada da fare è ancora molto lunga. Davvero lunga.

Che sia spunto di riflessione per tutti. Inneggiare ad una strage di morti ed ambientale o insultare un uomo per il colore della pelle non può essere un gesto goliardico. Non può ridursi tutto ad un misero sfottò.

Basta, davvero non se ne può più.

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