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Ancelotti, fu addio burrascoso con il Bayern

Ancelotti conferenza stampa Genk

Le lacrime del suo amico Karl-Heinz Rummenigge sono l’ultima traccia di Carlo Ancelotti nel Bayern

Le lacrime del suo amico Karl-Heinz Rummenigge sono l’ultima traccia di Carlo Ancelotti nel Bayern

Al momento della separazione, “Kalle” non riuscì a trattenere la commozione. Era stato lui a volerlo per la successione di Pep Guardiola. L’esonero del tecnico di Reggiolo era una sconfitta personale del direttore generale nei confronti del presidente Hoeness che era scettico su Ancelotti e avrebbe preferito un tedesco. Cosa che fece subito dopo la rottura riattivando Jupp Heynckes.

La rivolta

I dubbi di Hoeness, come riportato dall’edizione odierna del Corriere dello Sport, scandirono con varia intensità i 455 giorni bavaresi di Ancelotti, fino ad appoggiare apertamente la rivolta dello spogliatoio fomentata dai senatori. Anche Lewandowski era scontento. «L’allenatore non può avere contro i cinque giocatori più importanti della squadra», fu il gelido commiato di Hoeness.

Eliminazione Champions

Da tempo si era manifestata insofferenza per il “Carlo-Clan”.

Il preparatore Giovanni Mauri fu incolpato di non avere compreso la gravità dell’infortunio al piede dal capitano Neuer.

Il successo in Bundesliga fu pesantemente offuscato dall’eliminazione nei quarti di Champions da parte del Real Madrid.

Per di più il Bayern di Ancelotti fu estromesso anche dalla Coppa di Germania, battuto dagli storici rivali del Borussia Dortmund.

Ancelotti era stato preso per fare meglio di Guardiola in Champions, ma anche lui restava molto lontano dal traguardo.

Il doppio ko col Real (2-1 e 4-2) generò nello spogliatoio i semi della sfiducia. Ancelotti fu accusato di avere sbagliato i cambi dopo le espulsioni di Javi Martinez all’andata e Vidal al ritorno.

Il deludente mercato estivo

Il mercato estivo non aveva rafforzato la squadra. Il capitano Lahm e Xabi Alonso si erano ritirati e le cessioni di Douglas Costa, Gnabry, Benatia e Renato Sanches erano state bilanciate dall’arrivo di James Rodriguez (fortemente voluto da Carlo, ma deludente) Tolisso e Süle.

 

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