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Galliani: “Ancelotti esce sempre vincitore dalle situazioni difficili”

gazzetta galliani

Adriano Galliani nell’edizione odierna del Corriere dello Sport parla di Ancelotti, del Milan e del Monza

Adriano Galliani nell’edizione odierna del Corriere dello Sport parla di Ancelotti, del Milan e del Monza

“Ancelotti? Tra un anno e mezzo, quando saremo in serie A, io lo chiamerò”.

Galliani, qual ĆØ stato il giorno indimenticabile da milanista?
“Nessun dubbio, la finale di Barcellona, la prima coppa dei campioni. Il Camp Nou strapieno e interamente rossonero. Gli occhi di Berlusconi a fine partita, non l’ho più visto cosƬ felice. Ma anche la sera precedente, sulle ramblas. Io e il mio caro amico Cesare Cadeo, purtroppo non c’è più, che veniamo circondati da tifosi i quali mi sollevano e mi portano fino alla fine della strada senza farmi toccare terra

Ma anche la discesa che dall’hotel Reina Sofia porta all’ingresso dello stadio fatta in pullman, centinaia di tifosi del Milan rimasti senza biglietto che non ci lasciano passare e Sacchi che rivolgendosi alla squadra, dice: ā€œOh, ragazzi, se stasera non vinciamo glielo venite a spiegare voi a questi quaā€. Il giorno più nero, a Istanbul”.

Da non riuscire a risollevarsi mai più.
“Quella sconfitta avrebbe potuto ucciderci. Soltanto uno come Ancelotti poteva ripartire dopo un incubo del genere. Grandi capacitĆ  di sdrammatizzazione, un rasserenatore impareggiabile… Avevamo stradominato il Liverpool, io ho capito che l’avremmo persa quando al 119esimo Sheva ha colpito di testa, Dudek ha respinto e sulla ribattuta dello stesso Sheva il pallone non ĆØ entrato. Due anni dopo un tiro di Pirlo, il primo verso la porta, ha colpito il gluteo di Inzaghi e il pallone ĆØ finito in rete. Come dice il mio grande amico Florentino Perez, ā€œesto es el futbolā€”.

Carlo a Napoli non se la passa bene.
“Le ho appena spiegato che se c’è un tecnico capace di uscire vincitore dalle situazioni più complicate, questi ĆØ Ancelotti. Di lui ci si può fidare ciecamente, possiede tutti gli strumenti, dal dialogo al polso fermo”.

Ancelotti?
“L’amore. Se ne possono avere più di uno o due, me lo lasci dire. Cinque anni da calciatore e otto da allenatore, 4 coppe dei campioni, due e due. Pensi che con Carlo avremmo potuto vincerne cinque di fila, non dimentico la partita di Barcellona, Eto’o costretto a fare il terzino per fermare Cafu. Il godimento massimo, però, l’anno della finale con la Juve. L’Inter in doppia semifinale, la Juve in finale. Cosa può sognare di più bello un milanista?”

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