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Il Mattino : 2019 l’anno più assurdo del Napoli

Addio 2019: la delusione degli azzurri per l’anno più assurdo del Napoli.

Tanti errori commessi in campo e nella stanza dei bottoni per l’anno più assurdo del Napoli .
Tuttavia De Laurentiis vede vicina la via di uscita come ha detto a Gattuso e agli azzurri nella cena natalizia.
Sorvolando sul problema delle multe comminate dopo la rivolta del 5 novembre.
Un’azione legittima per un atto di insubordinazione, ingestibile anche per un allenatore esperto come Carlo.
La stagione 2018-2019 era stata definita da alcuni commentatori «di passaggio»: da un sistema di gioco all’altro, da un uomo all’altro.
Ma la nuova fase con Ancelotti, uno degli allenatori più titolati della storia, è stata fortemente deludente.
Con l’eliminazione senza discussione in Coppa Italia da parte del Milan di Gattuso e in Europa League da parte dell’Arsenal.
Il secondo posto era stato blindato per assenza di concorrenti visto che Inter, Roma e Lazio non erano state in grado di avvicinarsi agli azzurri.
Aver speso tanto, non ha migliorato una squadra che aveva perso due uomini di prestigio come Albiol, e Hamsik.
Per Manolas e Lozano sono stati fatti investimenti pesanti, però i risultati sul campo sono stati intermittenti.
Al messicano il Napoli è arrivato dopo un lungo e infruttuoso corteggiamento di James Rodriguez, il talento pupillo di  Ancelotti.
Nel sistema di gioco di Ancelotti non era previsto il play, di cui Gattuso avverte invece la necessità.

E neanche è stato acquistato un centrocampista da utilizzare in alternativa ad Allan.
E non è stato preso un terzino sinistro come vice di Mario Rui, dato che Ghoulam è l’ombra di se stesso.
C’è stato un altro problema sul mercato, esploso in autunno: i rinnovi dei contratti di titolarissimi come Callejon e Mertens.
Napoli incapace di coprire gli spazi con l’azzardo del 4-2-3-1, una soluzione di compromesso per Insigne, rimasto probabilmente contro la volontà di Ancelotti.

Eppure, gli azzurri erano stati straordinari nel primo round del girone di Champions League contro il Liverpool, battendoli al San Paolo per 2-0.
E pochi giorni dopo, quando ancora funzionava il turnover, c’era stata la brillante prestazione a Lecce.
Le difficoltà erano però dietro l’angolo, tra risultati e rapporti tesi.

Il Napoli è riuscito a vincere due partite di fila in campionato soltanto a metà settembre.
Ancelotti non ha saputo imprimere la svolta, il campionato è diventato un tormento mentre in Champions il passo è stato deciso.
In questi mesi si era allontanato non solo il primo posto ma anche la zona Champions.
Il 2 ottobre è cominciata la fase critica, a Genk, quando Ancelotti ha spedito in tribuna Insigne.
Il rapporto, già precario, col capitano è finito in quel momento.
Le tensioni erano diventate sempre più forti nello spogliatoio mentre i risultati erano stati sempre più modesti.
Al punto da spingere De Laurentiis a ordinare un lungo ritiro dopo la sconfitta a Roma.

Il momento di rottura, con la squadra che rifiutò di tornare a Castel Volturno dopo il pareggio col Salisburgo al San Paolo.
Solo Ancelotti e i suoi uomini rientrarono in ritiro.
In quel momento è finito il Napoli.
Un crollo verticale che ha obbligato il presidente a fare la mossa a cui mai avrebbe pensato.

Esonerare Carlo, l’uomo che avrebbe voluto al suo fianco per dieci anni, e sostituirlo con Gattuso.
L’anno più assurdo si è chiuso con una vittoria all’ultimo respiro sul Sassuolo, dopo due mesi di patimenti.

Ed è un segnale confortante.

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