Napoli d’attacco: nel segno del tridente

Napoli d’attacco: quale tridente è, e potrà essere il migliore per le sorti degli azzurri?
“Napoli d’attacco” è un grido, un augurio, un desiderio.
La speranza di chi non si arrenderà mai al tatticismo di catenaccio e contropiede di italica memoria.
Di chi ripudia la chiusura a testuggine come soluzione ed abbraccia la teoria del pressing alto sulla difesa avversaria dal primo passaggio del portiere.
Napoli è città creativa, aperta, fantasiosa che non gioca mai in chiusura ma in apertura. E’ genio e sregolatezza, passionalità; estetica ed aggressività.
Il Napoli, negli ultimi anni, ha abituato i suoi sostenitori ad un gioco offensivo.
Da Reja ad Ancelotti, passando per Mazzarri, Benitez e Sarri;
tutti gli allenatori, ognuno a modo suo, ha potuto contare su un reparto offensivo ben nutrito e di qualità.
Ricordiamo tutti le sgroppate inarrestabili di Lavezzi accompagnate da Cavani ed Hamsik.
Difficile, se non impossibile, dimenticare i record di gol del “core ingrato” Higuain e lo spettacolo offerto dalle giocate offensive del Napoli che fu di Sarri.
E poi Mertens, Insigne e Callejon che tanto hanno eccitato e conquistato i cuori di tutti coloro i quali fanno dell’estetica calcistica la loro ragione di vita.
Ad oggi, dopo un anno e mezzo con Ancellotti, il Napoli, con Gattuso, sembra aver ritrovato la voglia e la necessità di schierare un tridente d’attacco.
Tridente capace di colpire gli avversari in ogni momento della partita e che deve essere in grado di attaccare e fare male.
Allo stesso tempo capace di garantire un equilibrio tattico alla squadra per evitare di prestare il fianco alle ripartenze di chi gioca contro.
Le indicazioni che hanno dato le prime due partite di Gattuso sulla panchina del Napoli fanno propendere per un tridente composto da Callejon, Insigne e Milik.
I tre, secondo le idee del tecnico calabrese, garantiscono un mix di caratteristiche offensive giuste per pungere le squadre che giocano contro il Napoli.
Evidentemente, anche un valido aiuto alla fase difensiva azzurra.
Quello che però non è ancora chiaro è il motivo per il quale Dries Mertens, di gran lunga l’uomo più forte del Napoli, sia sempre messo in discussione.
Il belga dimostra sempre attaccamento alla maglia, passionalità, voglia di combattere e sudare per i colori del Napoli.
Puntualmente, però, con l’arrivo di nuovi allenatori, deve lottare più degli altri per conquistare un posto da titolare.
Il folletto adottivo Napoletano ha le caratteristiche giuste per giocare da esterno d’attacco, da trequartista e, come noto, anche da prima punta.
Difficile forse vederlo in un tridente con Lozano e Milik, di sicuro si ritaglierà uno spazio in un attacco più equilibrato con Milik e Callejon, per esempio.
Il Napoli, ad oggi, è un cantiere aperto e di conseguenza lo è anche il suo reparto offensivo.
Concentrazione, squadra corta, ricerca del palleggio e finalizzazione.
La voglia, il desiderio, il sogno di vedere nuovamente uno straordinario, bello e vincente Napoli d’attacco.

Nato a Napoli nell’ormai lontano Marzo 1986 colleziono Primavere in maniera nostalgica.
Appassionato di scrittura (creativa e giornalistica), calcio, comunicazione e social network, divido le mie giornate tra una perizia assicurativa e migliaia di pensieri da buttare nero su bianco.
Sono Giornalista/Pubblicista dal 2011, Laureato alla triennale in Scienze della Comunicazione ed ho conseguito due master: uno a Parma in “Web Communication e Social Media per giornalisti” e l’altro alla Link Campus University di Roma in “Media Entertainment”.
Amo infinitamente Napoli, la città nel e del mio cuore.