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Il Mattino – il ritratto di Matteo Politano

il ritratto di Matteo Politano.

Il Mattino traccia il ritratto di Matteo Politano.
Da bambino era il più piccolo di tutti. Bassino sì,ma svelto di mente e soprattutto di gambe.

Andavano così veloce che quando era nei Pulcini, Matteo Politano giocava con gli Esordienti. Era talmente bravo, al punto da abbagliare gli occhi esperti di un certo Bruno Conti, il primo ad accorgersi delle qualità di Politano.

D’altra parte il ragazzino si muoveva bene e con il tempo ha dimostrato che quell’ investimento della Roma era stato tutt’altro che azzardato. Segni particolari: partenza larga a destra, finta a rientrare e tiro a giro sul secondo palo.

Non male come biglietto da visita per qualunque giocatore dell’era moderna, quella che preferisce esterni capaci di saltare l’uomo e fare gol. Gli anni al Sassuolo per Matteo hanno rappresentato quelli della maturità.

In Emilia è diventato grande, ha imparato non solo a saltare avversari come brilli, ma anche a sacrificarsi in difesa, a scalare sulla linea dei centrocampisti e a passare la palla. Sì, perché fin da piccolo il suo unico limite era quello di essere troppo egoista.

Ma d’altra parte il suo idolo da
bambino era Maradona. E allora la sua caratteristica in campo non poteva che essere quella del solista che cerca disperatamente la giocata per risolvere la gara da solo.

Poi il tempo gli è stato di aiuto. È maturato ed è cresciuto, al punto tale che al Sassuolo ha giocato anche qualche partita da punta, e non più solo da esterno. Si è staccato dalla linea del fallo laterale per entrare di più nell’area e vedere meglio la porta. Nel pieno della sua esplosione – stagione 2017-18 – c’è mezza serie A sulle sue tracce. La Juventus, l’Inter e soprattutto il Napoli che nel mercato di gennaio prova a strapparlo al Sassuolo per rinforzare il reparto offensivo in vista della volata scudetto. Il trasferimento, però, non si concretizza per questione di pochi milioni. L’accordo salta quasi al fotofinish.

La storia recente dirà che quello era solo un arrivederci. In mezzo, però, c’è l’Inter che alla fine di quella stagione punta dritto sul ragazzo e in poco tempo trova l’intesa con il Sassuolo. Manca solo il sì del giocatore che però in quel periodo è in viaggio di nozze in California. La telefonata decisiva arriva alle 4.30 del mattino, ma nessun brusco risveglio deve essere stato più piacevole di quello.

Matteo non sta nella pelle e accetta subito. La scorsa stagione la vive da protagonista (36 presenze e 5 reti
in campionato), ma con l’arrivo di Conte le sue quotazioni vanno in picchiata. Le sue caratteristiche mal si sposano con l’idea di calcio dell’ex ct che fatica a trovargli una collocazione nel 3-5-2.

Ecco perché quando sulla panchina degli azzurri arriva Gattuso –  che invece è un fan del 4-3-3 – l’idea Napoli inizia a farsi più concreta. Questa volta la trattativa ci mette poco a decollare, anche perché nelle settimane scorse proprio Politano era stato al centro dell’intrigo di mercato con la Roma.

Era l’oggetto dello scambio con l’Inter per Spinazzola, sembrava tutto fatto, con tanto di foto di rito con la sciarpa giallorossa e poi è saltato tutto all’ultimo secondo. Storia diversa con il Napoli visto che nella giornata di ieri ha sostenuto le visi-te mediche prima di raggiungere la città partenopea in serata. Tra i  suoi più grandi sostenitori a Napoli, Lorenzo Insigne con il quale sogna anche di salire su un altro treno azzurro, quello della Nazionale.

L’ultima chiamata da parte di Mancini è datata marzo 2019, ovvero quasi un anno fa.

Ma Napoli può rappresentare l’occasione giusta per rilanciarsi anche agli occhi del
ct. Con Lorenzo da una parte e Matteo dall’altra, la sua Italia potrebbe avere due frecce in più nella faretra degli attaccanti esterni. Anche per questo Politano ha deciso di lasciare l’Inter e cambiare aria alla ricerca di spazio e di occasioni. Politano ha anche deciso di cambiare numero: addio al 16 – che a Napoli era per altro libero -e benvenuto al 21.

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