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STRISCIONE SHOCK -Stamattina Milano si è svegliata così

striscione

Striscione shock apparso questa notte a Milano, si avvicina la doppia sfida con l’Inter per la Coppa Italia

Non ci sono speranza che si perda il vizio: troppo spesso il tifo calcistico sfocia nell’offesa e nel razzismo territoriale. Si avvicina la doppia sfida per la semifinale di Coppa Italia: doppio incrocio per Napoli ed Inter. Annunciate, ad inizio campionato, come le uniche in grado di contrapporsi al predominio bianconero, oggi in classifica si ritrovano distanti. Il Napoli preda delle rivoluzioni e rifondazioni interne lotta per un eventuale posto nell’Europa League, perchè proprio vogliamo dimenticare quanto accaduto e guardiamo avanti. L’Inter è seconda ma in questo periodo malata di “pareggite”, con tanti punti persi nel duello con la prima in classifica. Entrambe le squadre sono mosse da sentimenti di rivalsa e ricerca di affermazione.

Occorre ricordare che la cronaca dell’ultimo incontro a San Siro tra le tifoserie ha portato alla morte di un tifoso nerazzurro.

Spalleggiati da tifoserie gemellate di squadre europee, i tifosi nerazzurri hanno atteso i napoletani in un agguato. E nel tentativo di scappare, un Suv con all’interno un gruppo di tifosi azzurri investì il tifoso dell’Inter. Ancora la vicenda non è stata analizzata nella sua interezza, anche se la vicenda ha portato all’arresto e alla prime condanne di tifosi di entrambe le fazioni. Episodi da condannare sempre, ma che riguardano le frange estreme di entrambe le tifoserie.

Ben diverso è accogliere e additare un’intera tifoseria come “colerosa”. Dietro la giustificazione dello sfottò e dell’agonismo, si trincerano sentimenti di razzismo territoriale. Cori che inneggiano al Vesuvio o i sacchetti del’immondizia sventolati sugli spalti sono sintomi di sentimenti che vanno ben oltre. Nascondersi dietro uno striscione è anche peggio.

In ogni caso, nel tentativo di offendere riescono soltanto a dimostrare la loro profonda ignoranza.

Innegabile che a Napoli ci siano state delle epidemie di malattie infettive, tra cui il colera. Come del resto è accaduto in altre grandi città quali Barcellona ad esempio, che per due anni ne è stata vittima. La storia riporta che a Napoli il colera è arrivato nel 1973 a causa di una partita di frutti di mare importati dalla Tunisia.

Face scalpore e divenne un’offesa gratuita perché si considerava il colera una malattia da paese sottosviluppato. Eppure a distanza di anni il dispregiativo di “colerosi” viene riservato solo ai napoletani. Dimenticando che Napoli ha debellato quell’epidemia con metodo e velocità, a dispetto di quanti ne sono invece rimasti vittime per tempi decisamente maggiori.

Va bene la goliardia, ma la misura del buon senso dovrebbe cominciare a prendere più spazio anche tra i tifosi. E questo striscione serve solo ad infiammare gli animi.

 

 

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