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CdS – Intervista a Giovanni Lolli: Il calcio italiano è mosso da interessi personali

CdS – Intervista a Giovanni Lolli sui problemi del calcio italiano.

Dal Corriere dello Sport, Intervista a Giovanni Lolli:

Lolli: «Il nostro calcio è mosso da interessi personali e così non si cresce».

I grandi club dovrebbero sedersi a un tavolo e trovare soluzioni insieme, anche se questa può sembrare fantascienza».
Lolli: «Il nostro calcio è mosso da interessi personali e così non si cresce».
Il Corriere dello Sport intervista Giovanni Lolli, sottosegretario allo Sport nel Governo Prodi (2006-2008) che ha contribuito alla formulazione della Legge che disciplina la suddivisione dei ricavi da diritti tv tra le squadre di Serie A. Avevano un progetto, quello di dare una mossa al sistema calcio italiano, ma 12 anni dopo è chiaro che qualcosa non ha funzionato.

«Il nostro calcio è mosso da interessi personali e così non si cresce. Sa cosa manca in Italia? Una vision. Si ragiona oggi per domani, pensando a intascare nell’immediato e basta. Siamo al Medioevo rispetto a Inghilterra o Germania. Non capiamo che se un sistema è forte ci sono più ricavi per tutti».

Alcuni presidenti ritengono che la legge Melandri blocchi il nostro calcio.

«Intanto abbiamo portato i ricavi da 7-800 mila euro a 1,2 milioni di euro. Ci siamo scontrati con le società più potenti, c’erano presidenti che ci chiedevano di violare le norme, ma qui non c’è un prodotto Juventus o un prodotto Napoli da vendere, c’è un prodotto calcio italiano.

Se lo vendi nel suo insieme allora produci valore, altrimenti no. La verità è che non esiste in Italia l’idea di un sistema-calcio.

Sia ben chiaro, il problema non è la Juve in quanto tale, ma per ciò che rappresenta. Se le grandi società continueranno a fare i loro interessi non ci sarà crescita e quindi il prodotto si svaluterà: ormai siamo un campionato di seconda-terza fascia.

Quello che è necessario è che i club si siedano ad un tavolo per parlare e trovare un’intesa sugli stadi e poi sulla questione merchandising, non è possibile che in Italia si vendano più maglie false che originali.

Certo pensare di vedere Lotito, De Laurentiis, Cellino, Zhang, Agnelli, Ferrero, Preziosi intorno a un tavolo a trovare soluzioni insieme è difficile ma nel momento stesso in cui glielo stavo dicendo mi sono accorto di dire una grande sciocchezza (ride amaramente).

 

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