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VAR: dalla prossima stagione il giocatore potrà richiedere l’intervento grazie alla on field review

Centro Var unico

Napoli e VAR.

Napoli avanti in classifica se avessero concesso, con l’intervento del VAR, la metà dei rigori non dati. Grande è la polemica sorta intorno al VAR (Video Assistant Referee).

Del problema calciomercato.com ne ha discusso e ne discutono tutti nei vari salotti in Tv e litigano in tanti.

I tifosi sono veramente arrabbiati nei confronti della tecnologia VAR.

Proviamo a capire di cosa si tratta.

In che cosa consiste la tecnologia VAR? In due ufficiali di gara che collaborano con l’arbitro in campo esaminando le situazioni dubbie della partita tramite l’ausilio di filmati.

VAR

Il VAR può essere usato esclusivamente in quattro casi, definiti determinanti per lo sviluppo della partita e del risultato:

  • assegnazione di un gol;
  • assegnazione di un calcio di rigore;
  • espulsione diretta (non quella per somma di ammonizioni, “giallo”);
  • errore di identità (scambio del calciatore da ammonire o espellere con un altro).

Gli arbitri addetti al sistema VAR sono il VAR e l’AVAR (Assistant Video Assistant Referee) che sono in costante comunicazione via radio con l’arbitro in campo.

AVAR

Il funzionamento di tale procedura è formato da tre diverse fasi:

  1. il VAR e l’AVAR informano l’arbitro riguardo a una decisione da rivedere;
  2. il VAR e l’AVAR rivedono le immagini video, spiegando all’arbitro cosa è successo;
  3. l’arbitro, per decidere, potrà rivedere il video a bordo campo.

Anche se di ultima generazione, questa tecnologia è fortemente in discussione in Italia, tant’è che in molti già stanno scalpitando per ricorrere al “Challenge”.

Questo sistema prevede che la chiamata “all’on field review” venga effettuata dalle stesse squadre impegnate in partita.

Per stringere i tempi verso questa soluzione che metterebbe a tacere tanti addetti ai lavori e non, interviene la FIGC che rende noto di aver già comunicato alla FIFA la disponibilità ad utilizzare in via sperimentale il “Challenge”.

La nota della FIGC

Questa la nota della FIGC:

“L’Italia è stata uno dei primi Paesi al mondo a sperimentare la tecnologia nel calcio. L’adozione del Var da parte dell’IFAB, infatti, è stata preceduta da un periodo di prova off line nel massimo campionato italiano che ha generato risultati eccezionali, contribuendo in maniera determinante all’implementazione del protocollo definitivo”.

“Animata dallo stesso desiderio di innovare e con il medesimo spirito di servizio dell’epoca, la FIGC si è fatta interprete delle richieste pervenute nelle ultime settimane da numerose Società di Serie A ed ha anticipato informalmente alla FIFA la propria disponibilità a sperimentare l’utilizzo del challenge (la chiamata all’on field review da parte delle squadre), nei tempi e nei modi che l’Ifab eventualmente stabilirà. La Federcalcio è convinta che, continuando il percorso già intrapreso, si possa portare il calcio in una dimensione sempre più vicina ai milioni di appassionati, senza intaccare l’autorevolezza dell’arbitro bensì fornendogli strumenti concreti di ausilio”.

Il Presidente Gabriele Gravina, ha condiviso con il designatore della Can A Nicola Rizzoli l’esigenza di intensificare, da parte degli arbitri, il ricorso all’on field review nei casi controversi che rientrano nell’ambito del protocollo internazionale:

“Ciò al fine di non alimentare polemiche strumentali che intacchino l’immagine del nostro campionato, che si appresta ad entrare nella fase cruciale della stagione”.

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