Due facce dello stesso tifo: le curve del San Paolo opposte anche nelle scelte
Sullo stadio San Paolo le curve sono una di fronte all’altra. Opposte seppur unite nella fede calcistica, ma accade che le scelte a volte possano dividere.
Non sono d’accordo questa volta i tifosi delle due curve dello Stadio San Paolo. Le linee di condotta sono opposte come la loro posizione geografica, non è la prima volta che accade.
Dopo uno sciopero del tifo durato mesi, sembrava che il tifo napoletano potesse tornare alla normalità, ma i motivi per contestare sono tanti e non sempre superabili. La cronaca ci ha raccontato di un Regolamento d’Uso della Struttura che ha forzato la mano ai tifosi nell’utilizzo dello stadio disciplinandone l’utilizzo. Hanno dovuto forzosamente abbandonare l’abitudine a sedersi dove preferivano e all’utilizzo delle vie di fuga per vedere la partita. Ci sono ancora zone in cui la partita viene seguita in piedi, soprattutto dove siedono i tifosi Ultras di entrambe le curve.
I tifosi si sono adeguati alle regole, hanno ottenuto i palchetti lanciacori a spese del Comune e la minaccia delle multe ha convinto anche i più reticenti.
Ma ci sono vecchie questioni irrisolte che riguardano la società ed i gruppi organizzati del tifo azzurro che ancora pendono. La società richiede il tesseramento per l’acquisto e la fruizione della partita, la Curva A si è tesserata accedendo anche alla campagna abbonamenti. La Curva B lo rifiuta e spesso non può accedere alle partite.
L’ultima causa di scontro in ordine temporale, riguarda la partita/evento Napoli – Barcellona del 25 febbraio.
Partita di andata del doppio scontro che vedrà le due squadre giocarsi gli ottavi di finale di Champions League. Il match ha già registrato il SOLD OUT: nel giro di pochi giorni sono stati polverizzati tutti i biglietti a disposizione.
Oggetto di discussione è stato il prezzo del settore popolare: 70 euro per accedere alle curve inferiori e superiori. La Curva A, pur ammettendone il costo esoso, ha deciso di partecipare: esserci e tifare a squarciagola il proprio sostegno. La Curva B ha deciso di non entrare: il prezzo è stato giudicato esagerato per un settore definito popolare.
Poco importa se quando si segue il Napoli in trasferte i prezzi sono anche più alti: secondo loro non è giusto lucrare sui napoletani in casa.
Non esiste ragione questa volta, ma solo decisioni diverse mosse sempre dallo stesso sentimento. L’amore per la maglia azzurra che unisce e divide.