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GDS- Coronavirus: tanti danni al mondo del calcio

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I danni che sta creando il coronavirus allo sport e al calcio in particolare sono ormai esponenziali.

Ormai, infatti, non si può più parlare di danni esclusivamente di “immagine”. Allo stato attuale le difficoltà e le complicazioni che si stanno moltiplicando nel mondo del calcio sono veramente preoccupanti.

Com si legge sulla gazzetta dello Sport di oggi, gli avvenimenti menti sportivi tornano a chiudersi. “L’illusione dell’apertura al pubblico sta per sbriciolarsi di fronte al decalogo che il comitato tecnico-scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte, ha spedito ieri pomeriggio al governo”.

Il danno di immagine si amplifica con quello economico. Milioni di euro che non entreranno nelle casse delle società e tale situazione non sembra circoscritta a pochi giorni. “Si può ipotizzare che non tutto sia sposato ed entri nel prossimo decreto, ma la tendenza è ormai chiara. Sarà, infatti, disposto il divieto di manifestazioni aperte al pubblico fino al 30 marzo.” Si legge sul quotidiano sportivo milanese.

Inutili i tentativi di modificare di volta in volta le regole per salvare il salvabile.

“Tutte le acrobazie per riempire gli stadi, spostando le partite per lasciar scadere le prescrizioni, sono state inutili. Resta una parola d’ordine, quella di ripartire. Ma il Paese, questo dicono gli scienziati al governo, di fronte all’escalation del numero dei contagi, deve soprattutto pensare a contenere e a difendersi dal coronavirus. Lo scopo è limitare i contatti; gli spalti vuoti fino al 30 marzo sono l’unica possibilità

Quali precauzioni adottare?

Queste le principali raccomandazioni, il «divieto» di abbracci e strette di mano, il pressante suggerimento a chi ha più di 75 anni (e a quelli oltre i 65 che sono ammalati) . Di non frequentare luoghi affollati. L’invito anche a chi ha una semplice febbre a rimanere a casa e quello a osservare una distanza di almeno un metro nei contatti sociali fra le persone.

Provvedimenti adottati non solo in Italia

L’ipotesi di giocare a spalti vuoti per impedire di trasformare gli stadi in un’occasione di contagio, si è fatta strada in modi diversi anche nei più importanti campionati all’estero. Dalla Premier alla Liga, dalla Bundesliga alla Ligue 1. In Svizzera  si è deciso di rinviare tutto fino al 23 marzo.

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