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ESCLUSIVA CasaNapoli.net- Mimmo Pesce: “Dei disabili si parla poco in questo momento: non è la priorità per molti, ma non è una situazione da sottovalutare. Impensabile non fermare il calcio”

A CasaNapoli.net IN ESCLUSIVA è intervenuto Mimmo Pesce, opinionista e showman in alcuni programmi in onda su TeleLombardia

A CasaNapoli.net IN ESCLUSIVA è intervenuto Mimmo Pesce, opinionista e showman in alcuni programmi in onda su TeleLombardia.

Queste le sue parole:

“Dei disabili si parla poco in questo momento. Nel percepito comune, ognuno ha altri pensieri visto che la situazione è molto particolare per tutti. Spesso ci si dimentica che c’è una fascia debole che è rappresentata dai disabili. In particolare bambini e ragazzi. Se ne parla poco, anzi zero: tutti i media, sia i nazionali che i locali. Coloro che hanno in famiglia persone disabili, hanno difficoltà maggiori.

Le situazioni sono gravi. Le famiglie sono messe a dura prova: non si può neanche uscire. In Lombardia come in tutta Italia. Si vive alla giornata con i disabili: sia con i bambini-ragazzi che con gli adulti, cercando di far passare la giornata. Per gli altri ragazzi la giornata passa velocemente tra web, la didattica online, telefoni e quant’altro. Per i disabili, invece, le ore sono lunghe, la giornata non passa mai. Stiamo insieme, cercando di far passare la giornata.

Per la gran parte delle persone non è la priorità ma evidentemente non è una situazione da sottovalutare. E’ un mondo di invisibili, poco considerato.”

Come si vive questa situazione in Lombardia?

“In Lombardia è un disastro, siamo nel ventre della vacca. La tensione è palpabile nell’aria. Chiaramente se si prende un posto come il Molise, dove non ci sono casi la situazione è molto differente.”

Quali sono state le ripercussioni sul mondo del calcio? Si potrà riprendere il campionato?

“Io sono abbastanza pessimista a riguardo. Penso che questo problema inciderà pesantemente sul calcio, in particolare sulla fine di questo campionato. Sento l’ipotesi di recuperare tra Maggio e Giugno il resto del campionato, mi piacerebbe, ma sono pessimista. Non è un campionato falsato, ma è difficile poter assegnare uno scudetto e le retrocessioni. Si pensa solo a chi vince, le retrocessioni vengono poco considerate. Ma bisogna considerare che, nel calcio come in tutto, c’è chi vince e c’è chi perde.

I calciatori che subiranno uno stop lungo, avranno difficoltà a riprendere. E’ complicato riprendere dopo due, tre o quattro settimane, per provare a concludere il campionato. A meno che gli Europei non si facciano. E mi auguro che non si facciano. Immagino le ripercussioni, a causa del virus, anche per le coppe europee: in Francia, Germania e altri paesi, dove il problema sta arrivando adesso. Sarà difficile portare a conclusione le coppe europee. Ma se a maggio/giugno riprendesse il campionato, ne sarei solo felice perché vorrà dire che il peggio sarà passato.”

Si è provato a continuare il campionato, poi lo stop definitivo. Non sarebbe stato meglio fermare prima il calcio?

“Impensabile che questo problema non toccasse il calcio. Si è balenata l’ipotesi, almeno all’inizio, che si potesse giocare, visto che i giocatori sono iper controllati. Ne sono venuti fuori molti, e ne verranno fuori altri. Andava fermato prima, andava preso il toro per le corna, e chiuso immediatamente. Se riprende sono contento perché la fase acuta è passata. Ma continuo a essere pessimista. L’unica cosa che posso dire è che magari non gireranno più le cifre folli che giravano fino a poche settimane fa.”

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