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Si gonfia la rete- Prof. Paolo Ascierto: “Il tocilizumab funziona, cauto ottimismo. Il pensiero degli inglesi è follia allo stato puro!”

Durante il corso del programma “Si gonfia la rete”, è intervenuto il prof. Paolo Ascierto dell’Istituto Pascale di Napoli che ha parlato dell’emergenza Coronavirus

Durante il corso del programma “Si gonfia la rete“, è intervenuto il prof. Paolo Ascierto  dell’Istituto Pascale di Napoli che ha parlato dell’emergenza Coronavirus.

 

Il professor Paolo Ascierto, in merito al problema del Coronavirus, sembra aver trovato la soluzione, e lo spiega ai microfoni di Radio Marte.

Queste le sue parole:

“Il tocilizumab lo utilizziamo negli effetti collaterali che riguardano distress respiratori simili a quelli creati dal Covid-19. La discussione scientifica con un gruppo di colleghi cinesi ci ha confermato che è stata un’ottima idea. L’abbiamo usato su 21 pazienti e su 20 di questi abbiamo avuto risultati nelle prime 24 ore. Abbiamo trattato al Cotugno due pazienti intubati, di cui uno ha iniziato a migliorare. Eravamo indecisi se dare o meno la notizia, perché si trattava di un risultato piccolo e ancora sperimentale. Abbiamo deciso di comunicare la cosa perché questa è una sorta di guerra ed è giusto che tutti sappiano. L’azienda che produce il farmaco lo ha messo in circolazione e dispensato. Di 7 intubati al Cotugno 5 hanno avuto un miglioramento. Sono dati incoraggianti, la sperimentazione, appena iniziata, ci dirà se stiamo andando bene o meno. La parola d’ordine adesso è cauto ottimismo.

Aumento del numero dei contagiati, picco ancora da raggiungere? Tutto dipende da quello che succederà nei prossimi giorni e settimane. In questo momento funziona l’isolamento contenitivo. Ci sono state tante persone che sono scese al Sud e che probabilmente erano infette, non sappiamo peraltro con chi hanno avuto contatti. Siccome il periodo di incubazione è di 2 settimane, lo capiremo nei prossimi giorni.

Quello che dicono gli inglesi sull’immunità di gregge è follia pura, non ha alcun fondamento scientifico. Non c’è nessuna evidenza, fa parte di quel cinismo tutto britannico. Se davvero si comporteranno così, pagheranno questa scelta a carissimo prezzo. Dobbiamo seguire l’esempio dei cinesi.

Farmaco per curare la malattia? Ci sarà, come ci sarà il vaccino. Quest’ultimo non può essere pronto in pochi giorni, in genere ci vuole un tempo tecnico, 10 mesi nella migliore delle ipotesi, 18 mesi quelli che occorrono di solito. Anche perché il vaccino andrà sperimentato. Quando sarà pronto, non prima dell’anno prossimo, diventerà come il vaccino per l’influenza. Anche per altri farmaci serve tempo. Ribadisco: in questo momento bisogna stare a casa per evitare quello che è successo in Lombardia, dove ho il sospetto che il virus circolasse da molto prima rispetto alla rilevazione di fine febbraio”.

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