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Roberto Silva, giovane operatore sanitario lancia la protesta, tramite i social: “Se voi uscite di casa, allora noi incrociamo le braccia!”

Roberto Silva, giovane operatore sanitario presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, tramite il social Facebook ha postato in rete, un video, lanciando l’idea di una clamorosa protesta

Roberto Silva, giovane operatore sanitario presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, tramite il social Facebook ha postato in rete, un video, lanciando l’idea di una clamorosa protesta. L’idea di questa protesta nasce dal fatto che molte persone non hanno voglia di rispettare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Le parole sono dure ma appassionate e sincere. Sono un’esortazione a rispettare il decreto e a rimanere in casa, almeno fino a quando questa emergenza mondiale, dovuta al Coronavirus, non sarĆ  tenuta almeno sotto controllo.

In particolare, Roberto Silva, si lamentava del fatto che moltissime persone, continuano a fare attivitĆ  sportiva all’aperto. Sostenendo, infatti, che se tutte le persone la pensassero allo stesso modo, potrebbero ritrovarsi anche 40 milioni di persone nei parchi a fare attivitĆ  sportiva. Con un conseguente e logico rischio di aumentare in maniera indiscriminata il contagio.

Il giovane operatore sanitario spiega che, nonostante il decreto sia scritto male, ĆØ vero che c’ĆØ discrezionalitĆ  per poter fare attivitĆ  sportiva all’aperto, ma non ĆØ obbligatorio farla.

CosƬ come non ĆØ obbligatorio portare il proprio cane a fare delle lunghe passeggiate. Basta portarli per 2 volte al giorno, sia mattina che sera, sotto casa a fare i propri bisogni. Massimo per 5 minuti. Anche tre volte al giorno, ma non di piĆ¹. Per non rischiare di essere contagiati. D’altronde anche lui ha un cane e si regola di conseguenza.

Spiega che lo slogan “AndrĆ  tutto bene” non ĆØ attuabile se ci si comporta in maniera scriteriata. E lo stesso non ĆØ applicabile per chi ha perso persone care, colpite da questo virus. Da qui l’idea e l’iniziativa. Se non viene rispettato il decreto, allora, esorta tutte le categorie di operatori sanitari (dai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari) a non andare a lavoro ed incrociare le braccia.

D’altronde la categoria non ha scelta ed ĆØ costretta a lavorare. Ma chi ha possibilitĆ  di scelta ĆØ giusto, doveroso e corretto nei confronti di tutti, che rimanga a casa. Per non far propagare ulteriormente il virus.

 

 

 

 

 

Di seguito il video postato su Facebook da Roberto Silva:

 

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