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Emergenza Coronavirus, il bollettino odierno

Emergenza Coronavirus, il bollettino odierno: 4.821 nuovi casi, 943 guariti. 793 decessi

Emergenza Coronavirus, il bollettino odierno. Consueto appuntamento con il bollettino odierno, diramato in occasione della conferenza stampa odierna da Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile. Nella giornata di oggi si registrano 943 guariti in più, per un totale di 6072. I nuovi casi di positività da Coronavirus sono 4821, per un totale complessivo di 42681. Fra questi 22116 in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi e 2857 in terapia intensiva (il 7% del totale). Sono 793 i deceduti della giornata di oggi: come ha ricordato Borrelli, si tratta di soggetti deceduti con il Coronavirus, non necessariamente per il Coronavirus, in attesa di validazione dell’ISS sulle effettive cause del decesso.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 17.370 in Lombardia, 5.661 in Emilia-Romagna, 4.214 in Veneto, 3.506 in Piemonte, 1.997 nelle Marche, 1.905 in Toscana, 1.159 in Liguria, 1.086 nel Lazio, 793 in Campania, 666 in Friuli Venezia Giulia, 720 nella Provincia autonoma di Trento, 600 nella Provincia autonoma di Bolzano, 642 in Puglia, 458 in Sicilia, 494 in Abruzzo, 447 in Umbria, 304 in Valle d’Aosta, 321 in Sardegna, 225 in Calabria, 47 in Molise e 66 in Basilicata.

La regione più colpita resta, dunque, la Lombardia e, nel dettaglio, la città di Bergamo. L’assessore Gallera ha spiegato: “Ci avevano detto gli esperti che i giorni più duri sarebbero stati sabato e domenica. Il 13° e il 14° giorno dall’introduzione dell’effettiva misura di contenimento, e ahimè avevano ragione”. Tra le province più colpite, Bergamo registra 5.869 positivi, con un aumento di 715 casi; e Brescia 5.028, più 380.   In crescita i numeri anche nella provincia di Monza Brianza, più 268 rispetto a ieri. Sono 4672 i Covid positivi nella città metropolitana di Milano, 868 più di ieri, 1.829 solo nella città di Milano, in crescita di 279 su ieri.

La situazione al Sud

Le preoccupazioni del Governo si concentrano prettamente alle regioni meridionali, dove si prevede un notevole aumento dei contagi e c’è il timore che la criminalità organizzata potrebbe fomentare rivolte sociali, con l’ulteriore elemento destabilizzante dei migranti. Il Viminale teme che il sistema vada in tilt: “le zone a rischio virus e disordini sono le grandi città come BariNapoliCaserta. Basta analizzare la densità di abitante per chilometro quadrato“. Le grandi città, quindi, con le più complesse e delicate sacche di degrado sociale, sono nel focus del Governo che ha già mobilitato l’esercito con 14.000 militari, i 7 mila di “Strade Sicure” e altrettanti da schierare “su base regionale con un piano di dispiegamento che varia dalle 24 alle 150 ore”.

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