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GdS – Infantino, la salute prima del pallone

GdS – Infantino, la salute prima del pallone

Il Presidente FIFA Infantino, oggi compie cinquant’anni, e alla GdS dice: la salute prima del pallone.

«In momenti così anche un compleanno speciale passa in secondo piano. In Svizzera il governo ha preso decisioni simili a quelle italiane, anche se qualche giorno dopo, e forse meno rigide.  Purtroppo, i casi continuano a crescere. Abbiamo preso decisioni importanti. Ma quello che succede relativizza molte cose, calcio compreso, la salute prima del pallone».

A maggio si può ripartire?

«Prima la salute. Poi tutto il resto. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà, senza mettere a rischio la salute di nessuno. Federazioni e leghe siano pronte a seguire le raccomandazioni di governi e Oms. Io ringrazio dottori, infermieri e tutti quelli che rischiano la loro vita per salvarne altre. Loro sono eroi».

Cosa può fare la Fifa?

«Abbiamo dimostrato spirito di cooperazione e solidarietà con Europa e Sudamerica. Ora pensiamo al calendario delle nazionali. E alle modifiche e alle dispense temporanee per i regolamenti sullo status dei calciatori e i trasferimenti. Per proteggere i contratti e adeguare i periodi di registrazione. Servono misure dure. Ma non c’è scelta. Dovremo tutti fare sacrifici».

 La salute prima del pallone, ma il pallone sembra muoversi più veloce della politica ?

«Non giudico nessuno. La Fifa aveva già una collaborazione quadriennale con l’Oms per promuovere stili di vita sani. Ma questa è un’emergenza. Abbiamo lanciato una campagna di sensibilizzazione con sei allenatori mondiali (tra cui Mourinho, Pochettino, Cissé) che chiedono di seguire cinque tattiche chiave: mani, gomito, faccia, distanza e tatto».

Non saranno utili interventi economici?

«Certo. Grazie alla nostra solida situazione finanziaria possiamo proporre misure di solidarietà. Dieci milioni di dollari al fondo Oms. Poi l’istituzione di un fondo globale di assistenza al calcio. La Fifa gode di ottima salute e risorse per situazioni di crisi Fifa. Mi sembra ovvio che dobbiamo fare tutto». «In situazioni così, la salute è una priorità assoluta e servono misure eccezionali. Sono e sarò sempre pronto ad aiutare chi ha bisogno, oggi Europa e Sudamerica, domani altri. Serve una valutazione dell’impatto economico globale. Ora è difficile, non sappiamo quando si torna alla normalità. Ma guardiamo alle opportunità. Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro. Con formati diversi. Meno tornei, ma più interessanti. Forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite per proteggere la salute dei calciatori, ma più combattute. Non è fantascienza, parliamone. Quantifichiamo i danni, vediamo come coprirli, facciamo sacrifici – sarà avvantaggiato chi ha gestito la propria “azienda” in modo sano – e ripartiamo. Non da zero, siamo privilegiati. Ma salviamo tutti assieme il calcio da una crisi che rischia di essere irreversibile».

Vero che sta progettando una Superlega di club?

«Da quel che vedo, ci pensano già altri a progettare e organizzare tornei in giro per il mondo, al di fuori dalle strutture istituzionali, e senza rispetto per il modo in cui è organizzato il calcio nazionale, continentale e mondiale. In futuro dobbiamo avere almeno 50 nazionali che possano vincere i Mondiali, non solo 8 europee e 2 sudamericane. E 50 club che possano vincere i Mondiali per club, non solo 5 o 6 europei.E una ventina di questi 50, saranno europei, il che mi sembra già meglio dei 5 o 6 odierni. Ma non è il momento di parlarne ora».

Caso agenti: si va avanti?

«Sì. Non si tratta di essere contro gli agenti, al contrario. Quest’anno avremo una legislazione chiara sui flussi monetari dei trasferimenti. Attuando quanto chiedono l’Ue, mondo politico ed economico, tifosi. Il calcio non è e non può più essere il Far-West, dove non esistono regole. Il regolamento sugli agenti è solo parte di una riforma più ampia del sistema trasferimenti.
Ogni estate circolano, a volte via paradisi fiscali, circa 7 miliardi di euro di trasferimenti internazionali. Il settore economico meno regolamentato al mondo. E ogni volta che polizia o finanza fanno controlli trovano qualcosa di strano. Anche gli agenti, in particolare quelli bravi e seri, trarranno molti benefici».

C’è il rischio che il virus distragga da altre battaglie?

«Assolutamente no! Lotteremo contro razzismo, discriminazioni e partite truccate».

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