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Dottor Burgio “Solo il Cotugno davvero preparato per affrontare l’emergenza”

Il dottor Burgio, pediatra ma soprattutto noto esperto di epigenetica e biologia molecolare, ha rilasciato un’intervista al Business Insider. La pandemia era prevedibile e non evitabile, ma andava affrontata con maggiore preparazione. Solo il Cotugno di Napoli davvero pronto all’emergenza

Intervistato dal Business Insider, Il dottor Ernesto Burgio esperto di epigenetica e biologia molecolare e presidente del comitato scientifico della SocietĆ  Italiana di Medicina Ambientale ha elogiato il Cotugno di Napoli. Ha spiegato che la pandemia era prevedibile da almeno 23 anni. Da quando, cioĆØ, nel 1997 comparve lā€™H5N1, un nuovo virus influenzale, tra i piĆ¹ letali della storia. Scienziati e ricercatori e lavori di ricerca avevano lanciato l’allarme e la Sars del 2002 non ha fatto che accentuare lā€™allerta.

 

 

“Se ci fosse stato un piano, se a gennaio, quando il contagio giĆ  dilagava in Cina, avessimo cercato attivamente le polmoniti che alcuni giĆ  segnalavano, avremmo potuto evitare il lockdown. PerchĆ© avremmo avuto il tempo di fare quello che ĆØ stato fatto in Veneto.Ā  Gli operatori sanitari andavano formati, sia quelli del territorio sia quelli dei reparti, non basta una mascherina chirurgica a proteggerli. Occorre un equipaggiamento simile a quello visto in Cina e che oggi ha adottato molto bene soltanto lā€™ospedale Cotugno di Napoli”.

La minima protezione, la mascherina, prima di essere un obbligo avrebbe dovuto essere qualcosa da indossare spontaneamente per tutelare gli altri.

“Infatti, se siamo esposti a una persona che tossisce, la mascherina ĆØ insufficiente; ma se siamo esposti a un asintomatico che neanche sa di avere il virus, la mascherina blocca la gran parte delle goccioline, il veicolo principale di contagio. Tuttavia, ci sono giornali che titolano: ā€œLā€™aria pullula di virus, mettete la mascherinaā€. Non solo ĆØ eccessivo, ma se anche il virus puĆ² essere nellā€™aria lo ĆØ in quantitĆ  minima, per cui ĆØ quasi meglio incontrarlo: non possiamo farne a meno, se vogliamo prima o poi immunizzarci. Importante ĆØ non incontrarlo in quantitĆ  pericolosa”.

 

 

E spiega l’importanza pratica di indossare la mascherina sempre

“Se uno ha un poā€™ di mal di testa, un poā€™ di mal di gola o magari un poā€™ di congiuntivite per qualche giorno significa che probabilmente ha incontrato il virus, non ha sviluppato una forma di malattia significativa, ma il virus prolifera nella sua gola: questo significa essere portatore asintomatico. Chi lo ĆØ non ha minimamente idea di essere contagioso: ecco perchĆ© le mascherine sono importanti. Nessuno pensa che un banale mal di gola sia pericoloso, ma nel parlare con un altro, non solo per pochi secondi ma magari qualche minuto a distanza ravvicinata, a ogni respiro si emette una zaffata di virus”.

Eppure non in tutte le strutture ospedaliere l’emergenza ĆØ stata affrontata allo stesso modo

In Lombardia il numero di contagi e decessi ĆØ enorme. “In Lombardia sono state fatte una serie di leggerezze, anche se il termine ĆØ troppo poco rispetto ai fatti. Cā€™era lā€™allarme, cā€™erano i filmati in arrivo dalla Cina e molti di noi continuavano ad allertare. Ma sono state consentite le partite di calcio, i raduni di 20 mila tifosi per festeggiare, si sono fatte le fiere. ƈ chiaro dunque che in queste zone il virus ĆØ dilagato. La Lombardia ha uno dei sistemi sanitari tra i migliori dā€™Italia ed ĆØ stata invece quella che ha avuto il tracollo peggiore, proprio perchĆ© cā€™ĆØ stato un ritardo gravissimo di 10-15 giorni. Le responsabilitĆ  per questo disastro insomma ci sono, ma non sono solo dellā€™ISS: sono un poā€™ di tuttiā€.

 

 

Dovremo inoltre avere in dotazione tutto quel materiale di protezione che oggi soltanto lā€™ospedale Cotugno ha dato al proprio personale. Se non riusciremo a farlo rapidamente ĆØ evidente che una possibile/probabile seconda fase sia peggio della prima. Quindi sƬ alla ripresa dellā€™economia, ma rafforzando il sistema sanitario, e aiutando i cittadini ad avere una diversa consapevolezza: a essere informati, formati e protetti”.

Un’emergenza quindi che affrontata nel modo giusto avrebbe portato a numeri diversi. Se si fosse dato ascolto agli allarmi dati, se avessimo guardato alla Cina con apprensione, forse adesso non ci sarebbero tanti lutti.

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