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CdS – Rimborsi biglietti ed abbonamenti, un nodo da sciogliere. Non è previsto il rimborso automatico

CdS – Rimborsi biglietti ed abbonamenti, un nodo da sciogliere.

Nuvole all’orizzonte oltre a quelle che già imperversano sulle nostre teste.

Non si tratta di previsioni del tempo, ma degli effetti che il Coronavirus e le conseguenze del distanziamento sociale voluto dal DPCM ultimo, sta producendo nel presente.

Biglietti e abbonamenti non rimborsati

Biglietti e abbonamenti che finora non sono stati rimborsati dalle squadre ai loro tesserati e sostenitori stanno producendo una serie di denunce e di class action da parte delle associazioni di consumatori, prime fra tutte il Codacons.

Complici anche una carenza informativa e di comportamenti diseguali tenuti dalle società di calcio in questi frangenti di match giocati a porte chiuse.

Tante squadre di serie A offrono condizioni sfavorevoli

Da un sondaggio scaturisce che 10 squadre di serie A (Atalanta, Brescia, Genoa, inter, Juventus, Lecce, Roma, Sampdoria, Spal e Udinese) su 20 offrono ai loro tifosi condizioni sfavorevoli di rimborso.

I supporter di queste squadre sono il 50% sul totale delle formazioni della nostra serie A.

Le condizioni sfavorevoli sono addirittura da considerarsi nulle, cioè nessun rimborso, se si tiene conto delle condizioni di vendita dei biglietti e degli abbonamenti che, in nessun caso, prevedono rimborsi per match giocati a porte chiuse o non giocati.

Art. 6 contratto di vendita della Juventus

Ad esempio, nel caso della Juventus, l’art. 6 del contratto di vendita “pone a carico esclusivo del cliente

l’eventuale impossibilità ad assistere alla partita per causa di forza maggiore, per caso fortuito o

per disposizioni degli organismi o delle autorità competenti in seguito a fatti o eventi non dipendenti da responsabilità della società”.

Pertanto, all’atto dell’acquisto, il tifoso accetta queste clausole senza limitazioni.

Cesare di Cintio, avvocato esperto di diritto sportivo, sulle colonne del Corriere dello Sport, ha sottolineato:“Legittimo o meno queste clausole sono in grado di sollevare grossi dubbi circa l’eventuale portata vessatoria delle stesse,

considerato che sembrano determinare un evidente squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto,

aggravando la posizione dello spettatore ed agevolando quella dell’organizzatore”. 

Dice l’Avv. Di Cintio

L’avv. Di Cintio continua:“Senza dimenticare che, a marzo del 2019, nei confronti di alcuni club, proprio l’Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio in materia di vessatorietà di alcune clausole contenute nelle condizioni generali di vendita.

Questi contratti sarebbero in netto contrasto cn il Codice del Consumo (d.lgs n. 206/2005).

Nello specifico sempre l’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) è in pressing sui club, avendoli invitati a restituire i soldi in caso di manifestazioni a porte chiuse”.

Gli ambiti giuridici che vanno tenuti in considerazione scaturiscono dagli art. 1341 del c.v. e gli articoli 1463, 1464.

CdS – Rimborsi biglietti ed abbonamenti, un nodo da sciogliere.

Conclude l’Avv. Di Cintio:“Si tratta certamente di situazioni che coinvolgono anzitutto la materia del diritto dei consumatori la cui disciplina è contenuta all’interno del Codice del Consumo.

In caso di accertata violazione dei diritti, i soggetti interessati potranno quindi ricorrere alle autorità garanti per richiedere tutele sopratutto considerato il caso di emergenza sanitaria che sta coinvolgendo il nostro paese”.

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