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GdS – Il calcio riparte, ma la paura è tanta. La politica si divide tra l’ignavia e l’iperpossibilismo

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GdS – Il calcio riparte, ma con quanta paura!

Da oggi il via libera agli allenamenti, non solo per gli sport individuali, ma anche per quelli collettivi come il calcio. Come è possibile questo?

La circolare del ministero dell’Interno

Una circolare del ministero dell’Interno risolve il rebus dell’incrocio fra la norma del DPCM e le ordinanze delle Regioni.

Un frainteso che ha praticamente alzato un polverone finanche a considerare il ministro Spadafora dimissionario: “Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul Calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del Campionato per ora non se ne parla proprio. Ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport (palestre, centri danza, piscine, ecc) che devono riaprire al più presto!”- queste le parole del Ministro.

Le ordinanze dei Governatori delle Regioni

Quel via libera riportato nelle ordinanze dei Governatori delle Regioni, ha creato il dissenso tra gli organi di Governo, ma ha dato una scossa alle società di calcio che si stanno attivando sin d’ora per questo riavvio.

Si stanno infatti pianificando a brevissimo i primi test medici e di procedure atte ad aprire le porte dei centri di allenamento, seppure consentendo ai calciatori il solo lavoro «singolo» sul campo, senza spogliatoi, docce e neanche di personale a supporto dell’attività sportiva.

I politici emiliani

Il “rompiamo gli argini” è arrivato dall’Emilia Romagna, con i propri esponenti politici di governo territoriale che, essendo amanti del calcio e grossi sostenitori, non hanno affatto impugnato le ordinanze dando così il la alla ripartenza del calcio.

A dare seguito alla svolta nel senso della ripresa, la Juventus che sta richiamando i propri calciatori e Ronaldo già in serata dovrebbe rientrare da Madera.

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Giuseppe Conte vis a vis con il calcio

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, prima o poi prenderà l’iniziativa di confrontarsi

direttamente con i vertici calcistici per condurre in porto una “trattativa” difficile, visto che il suo Ministero dello Sport, nella figura del Ministro Spadafora, ritiene di difficile soluzione la ripresa.

Spadafora ribadisce di non aver nessun pregiudizio, ma ritiene che sia difficile far trovare un’ intesa sul protocollo tra il Comitato tecnico-scientifico del governo, Commissione Medica Figc e Federazione medico-sportiva.

Se così fosse, allora bisogna seguire l’esempio della Francia e dichiarare chiuso il campionato!

La cosa importante è capire se la politica di Governo la pensi allo stesso modo, anche se una parte di essa sembra più possibilista sulle varie ripartenze.

La ministra Lamorgese

A questo proposito la ministra Luciana Lamorgese, in sintonia con gran parte dei politici PD, ha firmato ieri una circolare per dare una risposta, appunto, possibilista sulla ripresa del campionato di calcio.

Ma in quali termini? La ministra suggerisce la ripresa, ovviamente supportata dalle indicazioni del protocollo messo a punto,

per poi a metà maggio tirare le somme e vedere come si è sviluppata la situazione.

Insomma non un questione contenutistica, il suo voler far riprendere la stagione agonistica, ma meramente temporale.

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Figc e Lega come la pensano?

Nel frattempo i veri attori, Figc e Lega, pare stiano tenendo un basso profilo, almeno fino a che non si capirà se fra i club e i calciatori la voglia di ripresa sia veramente tanto forte.

Si è però capito, ormai, che esiste uno scontro politico laddove il vero umore del calcio potrà fare la differenza per la definitiva scelta se ricominciare o desistere.

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