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RM: Massimo De Santis parla del VAR

Fallo di mano e uso del Var: parla l’ex arbitro Massimo De Santis.

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Massimo De Santis, ex arbitro.

L’ex direttore di gara, coinvolto nell’ inchiesta Calciopoli nel 2006, si è espresso sulle decisioni arbitrali su fallo di mano e l’ uso del VAR.

Ecco le sue parole alla radio napoletana:

“Adesso la mia vita va molto bene. ho avuto momenti in cui ho fatto l’arbitro ad alti livelli, mi sono divertito tantissimo. Ho avuto la soddisfazione di arbitrare calciatori di alto livello, non solo di livello tecnico superiore ma anche a livello umano, campioni veri.

VAR? La premessa è che prima del VAR dovremmo parlare del problema arbitri, che dovrebbero essere di personalità che sappiano far valere le proprie ragioni, giuste o sbagliate che siano. Orsato? Forse l’unico esempio di arbitro che potrebbe arbitrare una gara difficile senza l’ausilio del VAR. Gli altri non hanno questo tipo di capacità. Tante volte sbaglia perché lui va su questa strada, però io lo ammiro per questo. Su Inter-Juventus ha sbagliato, gli è mancato il coraggio come la furbizia. Se fossi io a dirigere gli arbitri gli direi di utilizzare il VAR, perché l’obiettivo di oggi per gli arbitri è uscire dal campo senza subire troppe critiche.

Il mano di Bonucci? A Rizzoli voglio bene e lo rispetto ma il regolamento dice che il fallo di mano dev’essere volontario. Possibile che non si riesca a capire se il gesto tecnico sia consono o meno? Adesso, se viene certificato che quel tipo di intervento non è rigore nessun tipo di intervento come quello dev’essere sanzionato, e questo allora si può accettare. Se quel tipo di intervento si ripeterà, bisognerà dire che non è calcio di rigore.

Secondo me serve una carriera solo come VAR e solo come arbitro. Io come arbitro dovevo essere abituato che in una frazione di secondo dovevo decidere se fosse rigore o meno. Dovevo lavorare durante la settimana per ottimizzare il movimento, la percezione, o spostamento. Oggi si è perso tutto, quindi usiamo il mezzo tecnologico. Altrimenti anche la gente da casa che guarda la partita alla tv si farà delle domande”.

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