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Ansia da Covid, il Calcio è nel Pallone

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Focolaio Genoa, il protocollo sanitario presenta delle falle: ora davvero il Calcio è nel Pallone.

E’ proprio il caso di dirlo con un gioco di parole, che però non fa sorridere affatto: il Calcio è nel Pallone.

Proprio così: la notizia del focolaio scoppiato in casa Genoa ha messo in allarme non solo il Napoli (sceso in campo contro i rossoblù il giorno prima) ma tutto il mondo del calcio, non solo italiano.

Il protocollo sanitario stilato per la ripartenza del campionato sembrava a prova di bomba. Controlli su controlli, distanziamento, mascherine… tutto molto semplice.

E pensare che si stava già pensando a come riaprire gli stadi, perchè si sa il calcio senza tifosi non è calcio.

Ma qui mi verrebbe da pensare ad un vecchio adagio popolare: “Ancora non raccogliamo le olive che già pensiamo all’ olio?” Evidentemente si stava dando per scontato che il “contagio fra giocatori” fosse sotto controllo, mai si sarebbe pensato ad una situazione come quella capitata alla squadra ligure e invece…

L’ Italia è quel Paese dove si cerca di risolvere il problema quando il problema poi viene fuori, sennò si tira a campare.

E così sembra essere successo. Ed è così che si tocca con mano la non totale efficienza del tampone fatto poco prima della gara.

Non basterà controllare i calciatori solo 48 ore prima di un match, perchè poi si potrebbero avere brutte sorprese e mandare tutti, davvero, “nel pallone”.

Non si deve fermare il Calcio, ma non per lo svago che può dare alla gente il “gioco più bello del mondo”, semplicemente perchè questo è un’ azienda, la prima in Italia, in un’ economia già messa a dura prova: ventidue uomini in pantaloncini che corrono dietro ad una sfera, possono darle il giusto slancio.

Adesso calma e sangue freddo però. Trovare una soluzione e magari ristudiare il protocollo che evidentemente è ricco di difetti. Incrociamo le dita, usciamo dal pallone e non blocchiamo di nuovo questo sport.

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