Lettera aperta al Presidente della Lombardia da parte del CSI
Lettera aperta del CSI: “Il Presidente Massimo Achini, scrive una lettera al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana”.
Lettera aperta al
Presidente di Regione Lombardia
Attilio Fontana.
Carissimo Presidente,
Stiamo vivendo un momento difficile per tutto il Paese e ci rendiamo perfettamente conto che chi, come Lei, deve prendere decisioni per il bene comune si trova a rivestire un ruolo scomodo e delicatissimo.
Per questo motivo per prima cosa ci teniamo, da cittadini, a farle pervenire tutta la vicinanza del popolo dello sport di base che come Lei ben sa, in Lombardia coinvolge centinaia di migliaia di volontari che sono al servizio educativo dei ragazzi in migliaia di piccole società sportive di quartiere, di paese, d’oratorio.
Le scriviamo perché siamo a chiederLe di rivedere la decisione di fermare anche gli allenamenti dei ragazzi che sono tesserati per queste società sportive.
Possiamo comprendere la decisione di fermare tutti i campionati degli sport di contatto per tre settimane. Ma la decisione di “fermare” gli allenamenti ci lascia davvero perplessi e preoccupati.
Il ragionamento, carissimo Presidente, è semplice.
Primo Durante gli allenamenti i ragazzi sono tenuti a seguire protocolli rigorosi adottati da tutte le società sportive di base affiliate a federazioni o enti di promozione sportiva.
Secondo Durante gli allenamenti i ragazzi sono seguiti da adulti responsabili che indubbiamente svolgono un ruolo importantissimo in termini di vigilanza, prevenzione e sensibilizzazione.
Terzo Durante gli allenamenti i ragazzi si allenano sempre e solo con il medesimo gruppo di coetanei (la loro squadra) limitando perciò il contatto con altri ragazzi a 15 -18 elementi al massimo.
Sicuramente una minima percentuale di rischio di possibile contagio esiste. Non vogliamo negarlo.
Ma proviamo a guardare insieme l’alternativa. Togliere ai ragazzi anche gli allenamenti significa aumentare il tempo nel quale i ragazzi sono “abbandonati a se stessi”.
Come si può immaginare che, usciti da scuola, i ragazzi possano per settimane o addirittura mesi restare chiusi in casa dal primo pomeriggio sino al giorno dopo?
Li immaginiamo “bighellonare” in giro. Li immaginiamo giocare da soli al parchetto, radunarsi nei giardini sotto casa…E ancora Li immaginiamo in queste (o altre) situazioni che saranno assolutamente reali. Situazioni senza protocolli.
Situazioni senza adulti responsabili che li seguono e li sensibilizzano alle attenzioni da usare per prevenire i contagi. Li immaginiamo abbandonati a se stessi e questo ci preoccupa parecchio.
E Non solo. Abbiamo bisogno di condividere anche un’altra riflessione.
La scuola resta aperta perché per i ragazzi l’istruzione è un diritto primario non negoziabile. Nemmeno in un tempo delicato come questo si può pensare di chiudere la scuola se non in situazioni estreme.
Bene, siamo convinti che anche lo sport “educativo” sia un diritto irrinunciabile per i ragazzi ed i giovani.
Le società sportive che rappresentiamo sono vere agenzie educative. Non sono luoghi dove si inseguono vittorie a tutti i costi o dove si cerca di collezionare coppe e trofei. Non sono nemmeno luoghi dove si fanno semplicemente giocare o divertire i ragazzi.
Sono luoghi educativi ad altissimo impatto nella vita dei ragazzi. Nelle piccole società sportive di base i ragazzi incontrano i veri valori della vita e imparano a crescere.
Ecco allora che se si fermano anche gli allenamenti questi ragazzi vengono privati di una possibilità educativa spesso fondamentale nella loro vita e nella loro crescita.
Non abbiamo paura a dirlo con chiarezza e ad alta voce. L’azione educativa di queste società sportive di base è fondamentale tanto quanto quella della scuola.
Chiaramente siamo a favore di ogni azione che tuteli la salute dei cittadini. Ma privare i nostri ragazzi di esperienze educative fondamentali rischia di essere un prezzo molto alto da pagare per la società di oggi e di domani.
Sui social girano molte petizioni di protesta con toni accesi e altamente polemici.
Noi intendiamo prendere le distanze da questo modo di fare e di affrontare la questione.
Siamo qui, carissimo Presidente, per chiederLe con spirito costruttivo e con grande senso di responsabilità di valutare la possibilità di “rivedere” l’ordinanza emessa da Regione Lombardia in data 16 ottobre, permettendo lo svolgimento degli allenamenti per gli sport di contatto (nella misura massima di 2 allenamenti alla settimana) nelle società sportive affiliate a federazioni ed enti di promozione sportiva.
Siamo disponibili a garantire la massima serietà nell’attuazione dei protocolli.
Con scuole aperte, bar aperti (durante il giorno), metropolitane e mezzi trasporto attivi, cinema aperti, parchi aperti… siamo certi che anche Lei si renda conto che allenarsi due volte alla settimana con lo stesso gruppo di compagni di squadra costituisce un rischio davvero minimo nella vita dei ragazzi.
Come avrà capito noi siamo qui non a difendere lo sport per lo sport. Siamo qui a difendere il bene educativo dei ragazzi che sappiamo sta immensamente a cuore anche a Lei.
Senza nascondere che eventuali blocchi di campionati, allenamenti e attività se si protrarranno rischiano davvero di far morire quel tessuto di società sportive basate sul volontariato che tutta Europa ci invidia e che costituiscono un tesoro prezioso per tutto il Paese.
Quasi un terzo di tutte le società sportive dilettantistiche esistenti in Italia risiedono in Lombardia ed è per questo che la nostra Regione deve dare l’esempio nel tutelare il servizio educativo di queste realtà.
Riprendere gli allenamenti e lasciare i campionati fermi sino al 6 novembre ci sembra la soluzione più logica e di buon senso.
Rivedere un punto dell’ordinanza attualmente in vigore probabilmente sarà complicato, ma non certo impossibile.
Per questo ci aspettiamo da Lei questo gesto di grande coraggio. Ovviamente mettiamo anche le mani avanti dicendo sin da ora che a partire dal 6 novembre riteniamo che lasciare allenamenti (e possibilmente campionati) aperti sarà un’attenzione che Regione dovrà avere.
Ma la nostra speranza è che le cose possano cambiare già dai prossimi giorni.
Restiamo in attesa di una cortese risposta, pronti ad incontrarLa e ad approfondire ogni aspetto di questa richiesta.
Presidente CSI Milano
Massimo Achini
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Classe 72, Napoletano di nascita, milanese di adozione. Sin da bambino appassionato del calcio Napoli, piano piano ne fa un vero e proprio hobby/lavoro, opinionista tv, dal più famoso QSVS di Telelombardia alle varie apparizioni su Top Calcio 24 e a tutti i programmi sportivi delle reti mediapason, da qualche tempo la passione si allarga anche nello scrivere articoli per testate giornalistiche, opinionista a Casa Napoli, il programma televisivo gemellato con CasaNapoli.net