Il Natale del Calcio: Auguri Diego, eroe contemporaneo
30 ottobre, il Natale del Calcio: Auguri a Diego Armando Maradona per i suoi 60 anni.
Il Natale del Calcio: Auguri Diego, eroe contemporaneo.
Oggi è una data storica: 60 anni fa nasceva il Dio del Calcio, D10S per tutti, nasce Diego Armando Maradona.
Infanzia difficile per lui a Lanus, la grande occasione a 16 anni all’ Argentinos Juniors. Esplosione al Boca Juniors e poi Barcellona e soprattutto Napoli, per imprimere a fuoco il suo nome nella storia di questo sport, una leggenda immortale.
Barcellona e l’ arrivo a Napoli.
Per problemi economici il club argentino del Boca è costretto a privarsi del suo fuoriclasse: Diego vola in Europa, è il Barcellona di Nunez ad acquistarlo, era il 5 giugno dell’ 82.
Non una prima stagione esaltante per l’ argentino, costretto per vari acciacchi fisici e un’ epatite virale a restare lontano dai campi per 3 mesi.
La seconda stagione inizia meglio: gol e prestazioni. Alla quarta di campionato però subisce un brutto colpo da Andoni Goikoetxea Olaskoaga, difensore dell’ Athletic Bilbao, Diego resta fuori per parecchi mesi.
Nella finale di Coppa del Re, il Barcellona sfida i baschi, Maradona ha un conto in sospeso con uno di loro. Scoppia una rissa tra Diego e Goikoetxea: tutti coinvolti.
Diego non vuole restare in Spagna, Napoli è nel suo destino. L’ ingaggio avviene nel luglio del 1984.
E’ il 4 luglio del 1984, Diego si presente allo stadio San Paolo: gremito e festante. E’ il giorno della beatificazione.
E’ l’ inizio di una storia d’ amore infinita. Diego si presenta così al suo popolo: “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”. Napoli inizia a conoscere il sapore della vittoria.
Due Scudetti, una Coppa UEFA, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia.
Diego mette la DIECI azzurra: sarà per sempre sua.
Auguri Diego, eroe contemporaneo.
Maradona non si carica solo sulle proprie spalle la squadra ma un’ intera città.
E’ lui il simbolo di rivalsa e riscatto sociale di un intero popolo contro il potere del Nord. Un eroe moderno, un rivoluzionario del pallone, non solo per quello che faceva vedere in campo.
Rispetto per Napoli in Italia e in Europa: tutti ai suoi piedi.
Maradona è stato Napoli trionfante sul potere.
Celebre la frase: “Non è Napoli che è sporca è l’ Italia che sporca Napoli”. Come si fa a non amarlo?
Il Mondiale messicano e lo “scippo dell’ Olimpico”.
Anche per gli argentini non può che essere un dio: trascina alla vittoria finale, nel Mondiale messicano dell’ 86 una modesta nazionale.
Celebre il suo gol di mano contro l’ Inghilterra: “Non ho toccato io quella palla, è stata la mano di Dio”. Genio fuori e dentro al campo.
Vuole il bis nel mondiale italiano ma la Germania vince tra le polemiche, in uno stadio Olimpico tutto tedesco.
Ma nella semifinale con l’ Italia, gioca in casa, allo stadio San Paolo. Napoli tifa per lui, gli azzurri di Schillaci si arrendono ai rigori.
A fine partita Diego: “Chiedono ai Napoletani di essere Italiani per una sera dopo che per 364 giorni all’anno li chiamano terroni“. Mai banale, severo ma giusto.
La squalifica per doping nel 91, l’ addio al Napoli, la squalifica al Mondiale statunitense del 94, il tunnel della cocaina: vogliamo tralasciare le vicissitudini extra campo, l’ uomo Maradona è stato comunque unico così come il calciatore.
Uno che ha amato e ama ancora Napoli da lontano. Uno che merita di essere trattato come un dio in terra da queste parti.
Mi piace immaginarlo con un vestito bianco che palleggia con un pallone, come lui stesso affermò qualche anno fa: “Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci”.
Auguri grande Diego per i tuoi primi 60 anni, eroe contemporaneo.
Progettista meccanico con la passione per la lettura e per il calcio.
Innamorato della storia di Napoli Capitale e del Napoli.