Giuseppe Conte: “Vaccino? Va dato il buon esempio, ma nel rispetto delle priorità. Risultati non prima di aprile”
Giuseppe Conte: “Vaccino? Va dato il buon esempio, ma nel rispetto delle priorità. Risultati non prima di aprile”
Giuseppe Conte: “Vaccino? Va dato il buon esempio, ma nel rispetto delle priorità. Risultati non prima di aprile”
Nella consueta conferenza stampa di fine anno Giuseppe Conte ha fatto il punto della situazione politica e sanitaria del nostro paese. Il Premier ha tracciato un bilancio dell’anno che si conclude e delineano i programmi per quello che arriva.
Inizia dalle polemiche relative ad una possibile crisi di Governo, gettando acqua sul fuoco: “Tutto si può risolvere con il confronto che abbiamo avviato e con una sintesi delle diverse esigenze”.
Il premier poi nega di voler fare un suo partito, «Sono qui per programmare il futuro. Non potrei distogliermi da questi impegni per impegnarmi in una campagna elettorale”.
Sull’emergenza sanitaria e il tema vaccini
“Vaccino? Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere. Quando inizieremo ad avere un impatto significativo potremo dire di aver concluso la fase uno. Quando saranno vaccinate 10-15 milioni di persone, non credo prima di aprile». Ad ogni modo, però, l’Italia esclude la vaccinazione obbligatoria. «Lasciamo che parta la campagna vaccinale. Vediamo il riscontro che ci sarà. Confidiamo di poter raggiungere una buona percentuale di popolazione anche su base facoltativa», aggiunge Conte.
La riapertura delle scuole
“Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%. Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici”
Libero pensatore,
Abilitato all’esercizio della professione forense
Redattore per CasaNapoli.net