Napoli Zona rossa: De Magistris scopre l’acqua calda, “possibile ritorno in zona rossa”

Luigi De Magistris
« Il ritorno in zona rossa è verosimile ». Così parlò De Magistris
Napoli Zona rossa. Sono giorni che si parla, su più fronti istituzionali, di un ritorno in zona rossa della Campania. Alla lista dei facili premonitori non poteva mancare quella del primo cittadino partenopeo, Luigi De Magistris. Il sindaco di Napoli, già famoso per le sue “allerta meteo”, non perde la facile occasione per “prevedere” anche l’allerta per la “zona rossa”.
«È chiaro che i contagi stanno salendo ed è verosimile, se continuano a salire, che ritorneremo, mi auguro per un periodo limitato, in una zona rossa», ha sostenuto a radio Crc analizzando l’andamento dell’epidemia nel capoluogo e nella Regione.
La scottante situazione delle scuole
Il sindaco ha quindi parlato delle scuole. Sulla chiusura, ha detto «devono intervenire lo Stato o la Regione se si pone una questione di picco sanitario, di terza ondata. Se questo non è avvenuto, evidentemente è perché il Ministero della Salute e le Regioni interessate ritengono di non dovere intervenire. Di conseguenza rimbalzano al territorio raccomandando di intervenire qualora ci siano situazioni particolari».
“La gestione della pandemia in balia del conflitto tra stato e regione”
Il primo cittadino ha per questo affermato che: «il Comune sta verificando, con un monitoraggio quotidiano, se si creano in città situazioni particolari che, nonostante il mancato intervento dello Stato e della Regione, richiedano misure mirate. Finora il monitoraggio non ha prodotto situazioni tali da dover intervenire nei confronti di una scuola».
Rispetto alla comunicazione dei dati sul contagio da parte della Regione Campania, il sindaco ha ribadito che:
“noi continuiamo a non avere il monitoraggio sanitario dettagliato, ma ormai ci abbiamo rinunciato». Ha poi precisato che «dopo un anno dall’inizio dell’epidemia, non partecipiamo all’Unità di crisi, non abbiamo dati dettagliati sul territorio che dobbiamo acquisire in modo più artigianale e grazie alla collaborazione delle Università e delle comunità scolastiche. Questo è un altro elemento che a distanza di un anno ci fa dire come schizofrenica, distonica e contraddittoria è stata la gestione della pandemia sanitaria tra Stato e Regioni», ha concluso.
giornalista pubblicista