37: “Biden che bombarda la Siria”. Ci sono già 17 morti!
Biden bombarda la Siria: inizia così la prima “guerra” del nuovo presidente USA
Dopo appena 37 giorni dal suo insediamento, Joe Biden si presenta al mondo e bombarda la Siria. Sembra un numero preso a caso dal paniere della tombola ma non è così. Gli Stati Uniti hanno colpito la Siria nella zona orientale al confine con l’Iraq, prendendo di mira infrastrutture delle milizie appoggiate dall’Iran. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono 17 i combattenti filo iraniani che hanno perso la vita in questo raid americano. Si tratta della prima operazione militare del nuovo Governo guidato da Joe Biden, a 37 giorni dal suo insediamento.
Il Pentagono spiega che il raid, ordinato dal successore di Donald Trump e sferrato dopo aver consultato gli alleati, è in risposta al precedente attacco missilistico in Iraq. In quella occasione ha perso la vita un contractor civile mentre militari statunitensi e di altre forze della coalizione sono rimasti feriti.
La condanna del Pentagono all’attacco subito nel Kurdistan iracheno
Washington aveva condannato l’attacco dello scorso 15 febbraio contro la base statunitense nella regione del Kurdistan iracheno, ma senza accusare nessuno e affidandosi all’Iraq per l’inchiesta. “Aspettiamo che l’indagine venga completata – dichiarò Kirby – e allora avremo più dire, e lo faremo”. In quella aoccasione i missili furono lanciati da un’area a sud di Erbil, vicino al confine con la provincia di Kirkuk. L’attacco è stato rivendicato da un gruppo sciita che si fa chiamare “Awliyaa al-Dam”, o “Guardiani del Sangue”. L’Iran nega di avere legami con queste milizie. Poi, la scorsa settimana, un missile è stato lanciato nella Zona Verde di Baghdad, che ospita le ambasciate, compresa quella americana. Non ci sono state vittime.
La casa Bianca ritiene responsabile l’Iran
La Casa Bianca non ha accusato alcun gruppo specifico ma ha fatto sapere di ritenere l’Iran responsabile delle azioni dei suoi ‘delegati’. Molti di questi attacchi, “sono stati portati avanti con armi prodotte o fornite dall’Iran“, le ha fatto eco il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price. Teheran sta facendo pressioni su Washington affinché ritorni nell’intesa sul nucleare iraniano del 2015. Biden ha aperto al negoziato. La strada appare in salita.
giornalista pubblicista