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Il Decreto Crescita dietro alla rivoluzione di ADL?

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ADL pronto alla rivoluzione per il prossimo futuro azzurro, in aiuto al patron il Decreto Crescita del 30/04/2019.

Il Decreto Crescita dietro alla rivoluzione di ADL?

Il 30 aprile del 2019 diventò legge il “Decreto Crescita”. Tra le agevolazioni del decreto legge la riduzione di imposta sui redditi dei lavoratori che, dopo un periodo minimo trascorso all’ estero per lavoro (due anni), sarebbero ritornati in Italia.

Imposta dal 50% al 70%: numeri che letti in questo modo sembrano insignificanti ma su guadagni elevati quel 20% di differenza può essere davvero tanto, a volte manna dal cielo per le aziende.

Anche il Calcio investito dal Decreto.

Manna dal cielo per le aziende dicevamo. Tra le aziende che hanno beneficiato di questo taglio anche le società calcistiche che hanno giocato molto su questo, acquistando calciatori dall’ estero e risparmiando pesantemente sul lordo dei loro lauti ingaggi. Un ingaggio di un calciatore pesa sulle società calcistiche (superando certi redditi) il 75% sul netto. La nuova tassazione abbatterebbe questa aliquota al 30% circa!

Ecco, praticamente, come il Decreto Crescita aiuta le aziende calcio.

Ma come aiuta il suddetto decreto i club calcistici? Facile capire, senza approfondire troppo, che con il taglio delle tasse, i bilanci dei club calcistici possono respirare un po’ di più.

Il monte ingaggi per ogni club “mangia” una grossa fetta del fatturato (a volte anche il 90%!) e risparmiare qualche milioncino sul lordo degli ingaggi fa sempre piacere ai presidenti.

Ma partiamo con esempi pratici prendendo in esame le due milanesi con gli acquisti di Ibrahimovic e Lukaku in pieno “Decreto Crescita”.

Ibrahimovic, lontano dall’ Italia dal 2012, è ritornato nel gennaio del 2020, facendo le fortune del Milan nonostante gli ormai 40 anni.

Per riportarlo al Milan, il suo procuratore Raiola, non ha mollato un solo centesimo sull’ ingaggio dello svedese: 7 milioni di euro netti. Con la vecchia tassazione l’ ingaggio del fuoriclasse ex Juve e Inter avrebbe pesato sulle casse del Diavolo per più di 12 milioni di euro ma usufruendo del decreto legge, oggi, il lauto stipendio dello svedese pesa “solo” per circa 9 milioni. Risparmio di 3 milioni circa, niente male no?

Stesso discorso per Lukaku ingaggiato dall’ Inter nell’ estate del 2019. Prima volta in Italia per il belga arrivato dal Manchester United con un ingaggio di 7,5 milioni di euro netti, il lordo pagato dalla società di Suning è di poco più di 9 milioni di euro. Un affare insomma.

Dietro la rivoluzione di ADL il Decreto Crescita.

E’ vero che al tifoso interessa solo vincere, il tifoso azzurro poi è un chiaro esempio di questo mantra. Ma ormai, con De Laurentiis, a Napoli, siamo diventati un po’ tutti esperti di economia aziendale e di bilanci.

ADL nel futuro prossimo del Napoli dovrà fare delle scelte drastiche, con o senza Champions. Il taglio del monte ingaggi resta la priorità, troppe le possibili perdite di cento milioni di euro in questi due anni dovute alla pandemia da Coronavirus.

A settembre alla voce stipendi, in casa Napoli, si leggeva 105 milioni. Cifra leggermente calata a gennaio con gli addii di Llorente e Milik, oltre alla cessione in prestito di Malcuit alla Fiorentina.

L’ alleggerimento del monte stipendi parte, ovviamente, dalle cessioni di qualche giocatore e la loro sostituzione con altri da ingaggi “contenuti”.

Il primo candidato a lasciare Napoli, perciò, è Koulibaly che a Napoli guadagna più di tutti: circa 6 milioni. Stipendio del difensore che pesa sulle casse azzurre per 10,5 milioni di euro tondi tondi.

Ma anche Fabian Ruiz potrà lasciare il golfo con i suoi quasi 4 milioni di ingaggio lordo (avendo anche mercato portando plusvalenza certa nelle casse azzurre). Occhio anche a Lozano!

Paradossalmente più facile una conferma per Bakayoko con il suo ingaggio da 4 milioni di euro che rientrerebbe nel “Decreto Crescita”.

Per la sostituzione si fanno nomi di calciatori che militano all’ estero, che anche se avessero ingaggi netti simili ai loro predecessori, aiuterebbero comunque il patron azzurro a dimezzare le spese.

Per questo i nomi di Senesi per raccogliere l’ eredità del KK (con il suo ingaggio da 1,5 milioni di euro, che diventerebbe poco meno di 2 milioni) e di Teun Koopmeiners ( sostituto di Ruiz) dell’ AZ con lo stesso stipendio dell’ iberico, sono più che semplici rumors. Senza dimenticare il possibile ritorno di Jorginho, che, guarda un pò, manca dall’ Italia da tre anni.

Addii di Hysaj e Maksimovic non casuali.

Anche gli addii di Hysaj e Maksimovic, in questa ottica non sembrano casuali. Attualmente i due calciatori guadagnano rispettivamente 1,6 milioni di euro ( 2,8 milioni lordi) e 1,2 milioni (2,1 lordi) e le loro richieste di ingaggio in sede di rinnovo avrebbero fatto schizzare queste cifre ancora più in alto (i due non usufruirebbero del decreto legge, ndr). Per questo la dirigenza azzurra punta a nomi nuovi in quei ruoli magari che arrivino dall’ estero, anche, ovviamente, con ingaggi netti più alti.

Tagliare non significa indebolire.

In virtù di questo, l’ intenzione di abbattere il monte ingaggi, da parte di Aurelio De Laurentiis, non deve essere visto come un indebolimento della rosa. Si potrebbero acquistare calciatori dall’ estero, magari anche con ingaggi cospicui che non altererebbero troppo il valore della rosa, lasciando, comunque, un Napoli competitivo per il futuro.

 

 

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