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Higuain si racconta: “Il calcio mi ha fatto soffrire: mi giudicano per la barba o per i capelli. Quando smetto mi dedicherò ad altro: mi piacciono cucina ed enologia”

Gonzalo Higuain, centravanti dell’Inter Miami, ha rilasciato una lunga e interessante intervista a ‘La Nacion‘. L’ex attaccante di Napoli e Juventus ha parlato del suo successo, s’è detto ora uomo più maturo dopo la nascita della sua figlia.

Ma al contempo s’è detto molto scottato durante la sua carriera per le tante critiche ricevute: “Sono molto felice ha spiegato nell’intervista a “La Nacion perché sono uscito da quella bolla di pressione, di richieste, di voci dei media e di critiche di tifosi… parlavano tutti di me e non ce la facevo più. La verità che le persone comuni non ti giudicano se sbagli un gol oppure se vieni espulso. Posso mettermi in fila al supermercato come una persona normale”.

Gonzalo Higuain si concede ai microfoni della testata sudamericana con lo spirito di chi ha ancora tanto da dare al mondo del calcio, ma che non aveva più la serenità giusta per poter affrontare le situazioni. Ora in America la situazione per il Pipita, però, sembra cambiata.

Poi prosegue:Ho lavorato duro ovunque sono stato. Dopo il mio ritiro non rimarrò nel mondo del calcio”
Ho giocato a Madrid, al Napoli, alla Juventus, al Milan, al Chelsea. Mi sono guadagnato tutto giorno dopo giorno, sudando e lavorando duro. Ma puoi avere tutti i soldi del mondo e sentirti solo. E paghi un prezzo altissimo… ti dicono che sei grasso o magro, che hai capelli lunghi o sei pelato, che hai fatto crescere tanto la barba ma nessuno s’interessa davvero a come mi sento. Pensate sia venuto all’Inter Miami a fare una passeggiata? Non mi perdonerei mai e poi mai ha aggiunto Higuain -.

Voglio essere campione all’Inter Miami per essere campione con tutte le società della mia carriera. E per rimanere nella storia di questa società al secondo anno dopo la fondazione del club. Dopo il ritiro? Sicuramente non rimarrò nel mondo del calcio. Ho deciso – ha spiegato il bomber argentino -. Quando ho lasciato la nazionale ho iniziato a prepararmi per il futuro, e sapevo già che quel futuro non sarebbe stato nel calcio. La mia vita andrà dall’altra parte. Sarei un masochista se smettessi di giocare a calcio a causa di tutto quello che ho sofferto, a causa delle pressioni, e tornassi nell’ambiente calcistico. Mi piacerebbe studiare cucina e l’enologia”. Ha concluso l’ex attaccante del Napoli che ancora detiene (con Ciro Immobile) il record di gol (36) in un’unica stagione in A.

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