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ESCLUSIVA casanapoli.net-I tavolini della discordia, le parole di Vincenzo Schiavo Confesercenti

Vincenzo Schiavo Confesercenti tavolini

Vincenzo Schiavo pres. Confesercenti

Vincenzo Schiavo Confesercenti: per chi non ha i tavolini esterni non è cambiato nulla 

Nuove regole in zona gialla, in Campania riapre la ristorazione al banco, anzi solo ai tavolini, è quanto afferma Vincenzo Schiavo presidente Confesercenti CampaniaIl segnale è importante, riaccende le speranze, ma non è il caso di festeggiare. Più o meno questo il messaggio di Schiavo che nello specifico afferma: “Ahimè ci sono tantissime imprese ancora chiuse allo stato attuale . Il nuovo decreto legge autorizza la ripresa delle somministrazioni, è vero, ma soltanto per quelle attività che hanno i tavolini esterni e quindi possono vendere al tavolo i loro prodotti per la ristorazione, o per la somministrazione nel caso dei bar. Ma se non hai i tavolini esterni, sei costretto alla sola attività di asporto, e non è cambiato molto dai mesi scorsi.”

Emerge quindi una disparità di trattamento per le diverse aziende del settore?

Credo che abbiano fatto un grande errore nell’emanare questo provvedimento, un’enorme discriminazione che non ha senso e non se ne sono neanche resi conto. Confesercenti nazionale lo ha segnalato, ci aspettiamo che quanto prima facciano un passo indietro e cancellino questa norma che è illegittima“.

E i dati forniti dall’associazione parlano chiaro, prosegue Schiavo: “in Campania su circa 60 mila imprese del settore, di cui 28 mila ristoranti e 32mila bar, soltanto il 25% è riuscito a superare la barriera dell’asporto. Questo ha scatenato la corsa al tavolino, che rappresenta l’unica soluzione per recuperare i clienti “in presenza“.

Impazza la ricerca dei tavolini, ma a chi rivolgersi per i permessi?

Fortunatamente il Comune ha attivato una piattaforma, ove le imprese possono fare richiesta per il posizionamento dei tavolini all’esterno dell’attività commerciale. Chiaramente esibendo la planimetria e avendone i requisiti. Ma immaginate quelle piccole attività nel Centro Storico situate in vicoletti bellissimi, ma che non offrono spazi esterni, per loro nessuna possibilità.  Ho paura che molte di queste attività apriranno anche abusivamente – continua Vincenzo Schiavo – perché ne hanno necessità. Altrimenti sarebbero destinati al fallimento. Come è possibile lavorare soltanto per l’asporto perché non hai i tavolini e magari il ristorante di fronte accoglie tranquillamente i clienti. Questa norma del Governo è assurda”.

Già il Governo, ma intanto alcune cose sono state fatte a sostegno del comparto ed altre se ne faranno: 

Ci stanno raccontando che il Governo sta votando una manovra da 40 miliardi di contributi alle imprese. Ci auguriamo che sia così. Questa storia l’abbiamo già sentita qualche mese fa, in quel caso i miliardi erano 32, ma alle imprese ne sono arrivati circa 7. Certo la differenza è stata utilizzata per gli ospedali e per le forze dell’ordine. E va bene. Ma qui abbiamo un problema serio: gli imprenditori se non hanno i soldi in tasca per poter rimettere in moto le loro macchine, per gli approvvigionamenti, per tutto ciò che occorre ad una ripartenza. Se ciò non accade, quando ci diranno di ripartire, si rischia, invece,  la fila per portare i libri in tribunale e per licenziare i pochi collaboratori rimasti”.

Tante proposte ma quali sono le priorità

Tante le proposte di Confesercenti per salvare il settore. Tutte urgenti e impegnative: contributi una tantum,  fiscalità agevolata, credito alle imprese, ma da dove iniziare?

Non ci sono dubbi, il primo obiettivo da centrare è quello di vaccinare tutti. Se non partiamo da questo tutto il resto rischia di essere inutile. Le risorse economiche immediatamente dopo. Quelle risorse che consentano di far fronte alle esposizioni verso lo Stato, verso il fisco, di far fronte ai debiti accumulatisi in questi mesi. La fiscalità agevolata dovrà durare almeno un anno, anche perché non si ripartirà con lo stesso volume di affari  del 2019. Come si fa a pagare il 62 % di tasse quando non c’è più la stessa domanda”?

E la ristorazione va a braccetto con il turismo. Cosa possiamo aspettarci per la stagione estiva ormai alle porte?

Non possiamo fare proclami come la Spagna e la Grecia che sbandierano le loro isole Covid Free. Qui non sappiamo ancora quando completeremo le vaccinazioni. Ma come si può immaginare che un turista parte dalla Germania, dall’Inghilterra o dagli Stati Uniti, spendendo 3 o 4 mila Euro, per restare a casa tutte le sere dalle 22? Io non lo farei, dovendo fare un ritiro spirituale me ne andrei in convento”.   

 

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