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Cimitero di Napoli, un degrado che “grida” vergogna nel silenzio dei defunti

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Bara aperta abbandonata al cimitero di Napoli

Il degrado e l’indifferenza non hanno più vergogna nel cimitero di Napoli: bare aperte abbandonate tra i defunti

Mentre a Milano la giunta ha dato il via libera alla sepoltura degli animali nelle stesse tombe in cui è tumulato il loro “padrone”, al cimitero di Napoli il degrado regna sovrano e senza vergogna tra le tombe dei defunti. Lo spettacolo che si presenta agli occhi di parenti e congiunti degli “ospiti” del camposanto cittadino è a dir poco sconcertante. Oltre agli infiniti lavori della metro all’esterno, che hanno delimitato alcuni accessi al cimitero, una volta dentro bisogna subire anche l’imbarazzante incuria del luogo. Le immagini non sono certo quelle che spesso si vedono nei film e nelle fiction ambientate nella nostra città. Non c’è il classico viale ordinato e pulito ad accoglierci. Quella che si presenta ai nostri occhi è una vegetazione sporca e abbandonata a se stessa che ha più le sembianze di una giungla che di un prato “all’ inglese”. Stradine sconnesse e sdrucciolevoli ci accompagnano nel percorso verso i nostri cari mettendo a rischio costante la nostra incolumità.

Viale transennato all’ingresso del cimitero

Ma non c’è limite al peggio nel cimitero napoletano. Una bara aperta, piena di fango misto ad erbacce, fa “bella mostra” di sé proprio sotto alcune nicchie esposte all’esterno di una congrega. Si vedono persone con evidenti difficoltà di movimento anche per mettere semplicemente un fiore ai loro cari. Una di queste ci racconta, ormai rassegnata, che la bara abbandonata è lì da anni e a nulla sono valse le sue lamentele a chi di dovere. “Ogni volta che ritorno qui trovo la situazione peggiorata con questa bara sempre presente a fare da “arredo”. Addirittura, quando piove, si trasforma in una piccola vasca. Inoltre, la luce “eterna” delle nicchie, è ormai spenta da mesi nonostante il regolare pagamento delle relative utenze. A chi dobbiamo rivolgerci?

Nicchia esterna esposta al degrado e all’incuria

“Sono anni che attendiamo dei provvedimenti a tutela del luogo e di chi lo frequenta”

sono queste le parole dell’addetto di una congrega privata che denuncia il disinteresse istituzionale rispetto al decadimento presente. Un’altra operaia rincara la dose asserendo che i giardinieri comunali non sono attivi nell’esplicare il loro dovere: “quando è caduta una grossa pianta, a causa del forte mal tempo, il comune ha incaricato una ditta esterna per svolgere il lavoro di messa in sicurezza. Più volte chiediamo ai giardinieri comunali di controllare alberi, palesemente malati, ma ci rispondono che sono in piena salute a camperanno altri cento anni. Bisogna che avvenga prima qualche tragedia per intervenire in maniera concreta e risolutiva?”

Il comune latita. Quale sarà il candidato sindaco  che prenderà a cuore questa facacenda?

Anche se non rientra tra quelle che sono le priorità principali della politica locale, è doveroso attendersi delle risposte a riguardo. Tutto ciò che è bene pubblico dovrebbe essere attenzionato da chi di dovere. Per rendere una città degna di essere definita civile bisogna preoccuparsi anche di ciò che non è a solo vantaggio di potenziale turismo. È anche preoccupandosi anche di quello che non “appare” che migliora la qualità di vita dei cittadini. Tra l’altro il cimitero è il luogo di “non ritorno” per ognuno di noi ma soprattutto a tutti può capitare di portare un fiore ad un proprio defunto come il grande Totò ci ha insegnato grazie alla sua indimenticabile  “ ‘A Livella”.

”…Ognuno ll’adda fà chesta crianza
Ognuno adda tené chistu penziero
Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno
Di questa triste e mesta ricorrenza
Anch’io ci vado, e con dei fiori adorno
Il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza…”