fbpx

Perchè attaccare sempre ADL? Eppure il 26 luglio 2004 poteva andarci veramente male…

Il mercato del Napoli

ADL o lo si ama o lo si odia, sempre ad attaccare il suo operato. Ma in un’ estate torrida di qualche anno fa davvero eravamo sull’ orlo del precipizio…

Perchè attaccare sempre ADL? Eppure il 26 luglio 2004 poteva andarci veramente male…

Era l’ agosto del 2004, quando un folto gruppo di tifosi azzurri, con sciarpe e bandiere era lì, sotto al sole partenopeo, in trepidante attesa. Si decideva il futuro della squadra del cuore che, nonostante un bruttissimo campionato di serie B, con Agostinelli prima e Gigi Simoni poi, si era salvato, sul campo dall’ inferno della Serie C1.

In tanti, in quegli anni, avevano seguito la squadra, con Manitta tra i pali, Carrera arrivato a svernare sotto al cielo napoletano. E poi Dionigi capocannoniere con 8 gol affiancato dal figlio d’arte Savoldi. Si riempivano le gradinate del già fatiscente impianto di Fuorigrotta per acclamare le giocate di Pasino e Zanini e di Vieri (non quello che faceva sfracelli all’ Inter).

E pensare che qualche anno prima si guardavano i dribbling e le punizioni impossibili di Re Diego, la potenza di Careca, i polmoni di Bagni. E si vincevano scudetti e coppe. Lì ci si giocava la permanenza in B, macchiata anche dalla morte di Sergio Ercolano ad Avellino con conseguente campo neutro per 5 gare (a porte chiuse) a Campobasso.

Per una notte la speranza vana: ma meglio così.

Con un povero Salvatore Naldi, lasciato solo da Corbelli, a perdere alberghi e soldi di tasca propria, la SSC Napoli stava pian piano scomparendo. Il cuore del popolo azzurro stava scoppiando, la Lazio era stata salvata con lo “spalmadebiti”, la maglia azzurra invece, per debiti inferiori, stava rischiando la cancellazione e con essa la storia.

Nulla da fare, nonostante gli sforzi del Naldi tifoso, i libri della vecchia SSC Napoli vanno in tribunale.

Lì il calvario, la paura, la rabbia, la frustrazione di un popolo già martoriato che stava perdendo la fidanzata di una vita. Ma, all’ improvviso, il 26 luglio di esattamente di 17 anni fa, come un santone qualunque arriva lui, Luciano Gaucci.

Si presenta sul prato dello stadio, aveva messo su una squadra con un allenatore in quattro e quattr’ otto. L’ uomo dei cavalli e delle scommesse di Perugia, voleva salvarci, voleva mantenere la serie B e puntare in grande.

Quella sorta di presentazione fu presidiata da tanti cuori azzurri, stava finendo un’ epoca gloriosa e ne stava iniziando un’ altra, brutta però, come mai si sarebbe meritato quella storica e gloriosa maglia.

La gente impazziva ma meno male che quello show (pessimo) quell’ atto di sciacallaggio finì subito. Cinque anni dopo il tracagnotto impreditore umbro fu costretto a scappare a Santo Domingo, perseguitato dal fisco italiano.

L’ era De Laurentiis quella rosea: non può essere sempre attaccare il patron.

La società fallisce, con il Lodo Petrucci però si può ripartire dalla Serie C1 e lì arriva lui Aurelio De Laurentiis. Abbronzato, capello impomatato a prendere la squadra azzurra. La Napoli Soccer si iscriverà alla terza serie italiana.

Non importa se dietro al produttore cinematografico c’era l’ amico Profumo (allora ad di Unicredit) ma fatto sta che il calcio a Napoli è rinato nel settembre del 2004.

ADL può risultare antipatico, petulante per certi versi, ma un fatto è da sottolineare: lui ha riportato il Napoli dove mai c’era stato (escludendo gli anni maradoniani). E se non fosse capitato quello che è capitato nel 2018, oggi avremmo anche uno scudetto in più.