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Caro Diego, scusaci se ogni tanto ci scapperà ancora ‘San Paolo’

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Caro Diego, scusaci se ogni tanto ci scapperà ancora ‘San Paolo’

Caro Diego, scusaci se ogni tanto ci scapperà ancora ‘San Paolo’

Il Diego Armando Maradona’ è lo stadio che ospita le gare interne del Napoli calcio. La nuova denominazione sostituisce quella storica di ‘San Paolo’ a partire dal dicembre 2020, pochi giorni dopo la scomparsa del Pibe de oro datata 25 novembre.

Già dal giorno successivo all’evento che ha profondamente scosso il mondo del calcio, il Comune di Napoli ha avviato la pratica per intitolare lo stadio a colui che è stato probabilmente (per molti, anche senza ‘probabilmente’) il più forte giocatore della storia del calcio.

Dopo pochi giorni, il desiderio di gran parte del popolo napoletano viene realizzato. Lo stadio prende il nome del calciatore che ha portato il vessillo della città in giro per il mondo.

Ma facciamo un breve passo indietro.

La nascita

Lo stadio di Fuorigrotta sorge nel 1959, con il nome di ‘Stadio del sole’, sebbene la denominazione originaria, durante tutta la fase progettuale, fosse ‘Stadio Partenopeo’. Soltanto quattro anni dopo sarà ribattezzato Stadio San Paolo, nome che porterà per poco più di dodici lustri.

La presenza di Maradona determinò un esponenziale aumento della richiesta di tagliandi per i match casalinghi, tanto da spingere il Napoli a tentare (senza successo) di portare la capienza a 100.000 unità.

La storia dello stadio passa inevitabilmente per il mondiale ’90, quando il primo vero restyling diede al quartiere Fuorigrotta la possibilità non solo di ospitare l’evento calcistico più affascinante, ma di godersi dal vivo la semifinale tra la nazionale italiana e l’Argentina di Diego.

Il successivo ventennio serve a prendere atto degli enormi problemi strutturali di quello che grazie a Diego era diventato un tempio.

Gli interventi dell’ultimo decennio

Risalgono a circa 10 anni fa i primi ritocchi sostanziali.

L’obiettivo numero uno è il prato, con gli interventi sul sistema di irrigazione e drenaggio.

Poi l’adeguamento alle norme UEFA per permettere la partecipazione alle coppe europee, alle quali il Napoli accede dopo molti anni di anonimato.

La svolta: le Universiadi

L’impianto di Fuorigrotta, reputato uno dei più vetusti e fatiscenti, diventa un piccolo gioiello con l’intervento del 2019.

Napoli ospita le Universiadi.

Oggetto del massiccio intervento la pista di atletica, i maxischermi, l’impianto di illuminazione, gli spogliatoi. Ma anche l’occhio vuole la sua parte.

Il secondo restyling lascia infatti ai tifosi uno stadio tinto d’azzurro.

La sostituzione dei vecchi ed usurati seggiolini rossi con nuove e più comode sedute regala un piacevole effetto pixelato. Dal blu al bianco, dall’azzurro al grigio, per finire al giallo.

Il ‘Diego Armando Maradona’ e le polemiche

Il Prefetto autorizza il nuovo toponimo il 5 dicembre, il giorno successivo alla delibera della giunta.

Si ufficializza dunque quello che sarà il nome dello stadio.

Si attendeva soltanto l’ultimo step per la definitiva consacrazione: l’inaugurazione, prevista per il 29 luglio 2021.

La cerimonia prevedeva l’accesso all’impianto di 500 bambini che avrebbero formato sul prato verde la scritta D10S.

Il tutto si sarebbe svolto nel pieno rispetto della normativa anti-Covid.

In prima fila ci sarebbero stati i compagni di squadra del ‘Pibe’, che con lui hanno vinto due scudetti.

A concludere l’evento, lo scoprimento di una statua di Diego al centro dell’impianto.

Le polemiche che ne sono seguite, hanno tuttavia portato alla cancellazione dell’evento.

Sarà ancora ‘San Paolo’?

60 anni sono troppi.

Sembra un’enormità e quasi spaventa ripeterlo: sessant’anni.

Troppe generazioni sono e saranno indissolubilmente legate a quel nome, inciso nel sangue e sulla pelle.

Lo stadio San Paolo di Napoli.

Siamo certi che Diego ci perdonerà se talvolta ci scapperà ancora la precedente denominazione. Sarà un errore comprensibile.

D’altronde è così che si chiamava il teatro che ha ospitato il più grande della storia.

E’ lì che il 5 luglio del 1984 erano ammucchiate ottantamila teste per assistere all’indimenticabile presentazione di quello che sarebbe stato per sempre il loro numero dieci.

E’ lì che il 10 maggio del 1987 Maradona ha regalato per la prima volta il gradino più alto del podio a quella che sarebbe diventata la sua città.

E’ al San Paolo che il 29 aprile del 1990 Diego ha fatto cantare al suo popolo “o’ secondo è chiù bello ancora”.