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Napoli, solo applausi: ecco come Spalletti ha trasformato gli azzurri

Idee, tecnica, organizzazione per comandare le partite: su questo si basa la trasformazione da applausi del Napoli targato Spalletti.

Napoli, solo applausi: ecco come Spalletti ha trasformato gli azzurri.

L’inizio del nuovo campionato sta regalando a Napoli e all’ Italia pallonare un Napoli da urlo. L’ avvio scoppiettante degli azzurri ĆØ sotto gli occhi di tutti.

Vero ĆØ che ripartiva comunque dai 43 punti del girone di ritorno dello scorso campionato, sarĆ  anche vero che qualche merito lo abbia Gattuso ma sta di fatto che la batosta emotiva del pari casalingo contro il Verona, costato la Champions, avrebbe abbattuto chiunque. Merito quindi a Spalletti che ĆØ saputo subito entrare in sintonia con il gruppo, alla faccia delle fiction. Il toscano, dopo due anni sabbatici, ĆØ tornato carico e anche migliorato sotto tutti i punti di vista, rilanciando il Napoli alla grande.

Ma quali sono nel dettaglio i meriti del pelato allenatore ex Inter e Roma? Ecco i punti della svolta.

La fase offensiva: possesso palla e tanti uomini sulla trequarti.

Che sia 4-3-3 o 4-2-3-1 il Napoli porta sempre tanti uomini nella trequarti avversaria. I terzini partecipano assiduamente alla manovra offensiva invogliata dal costante accentramento dei laterali offensivi, oltre che dal movimento (costante) dei mediani.

Il lancio lungo per Osimhen ĆØ solo una variante nel caso le difese avversarie siano troppo strette ma sono le combinazioni rapide e l’ occupazione degli spazi a rendere il Napoli imprevedibile.

Spazi che permettono ai centrocampisti (e anche ai difensori) di arrivare spesso al tiro (la cooperativa del gol nĆØ ĆØ la prova, ndr).

Il Napoli, con Fabian regista atipico, gestisce per bene e senza ansie le partite con un possesso palla efficace e non sterile come nel recente passato: il dato degli 86 tiri totali, l’ ennesima prova.

Le individualitĆ : Ruiz gestore, Anguissa equilibratore, Osimhen tutto fare.

Spalletti ĆØ stato bravo a inculcare nella testa principi di gioco ma che ben si sposano con le caratteristiche dei calciatori in rosa. Il Napoli fa un bel calcio perchĆØ non ha giocatori mediocri. Anguissa, ciliegina sulla torta del “povero” mercato estivo, ĆØ il vero ago della bilancia, l’ equilibratore del centrocampo. Elemento imprescindibile per questa squadra abbinando qualitĆ  e gran fisico. Con il camerunense dominante al centro del campo, Fabian ĆØ libero di dare sfogo alla sua tecnica sopraffina con letture della partita e costruzione dell’ azione. L’ andaluso ha un vero e proprio sesto senso: capisce in anticipo le situazioni velocizzando (o rallentando all’ occorrenza) l’ azione azzurra.

Osimhen, invece, ĆØ l’ ottimo terminale offensivo che con le sue doti atletiche permette al Napoli la doppi opzione: lancio lungo o occupazione dell’area avversaria, come dimostra il gol di testa a Leicester. Un “nove” classico insomma e non solo un velocista.

La squadra di Spalletti puĆ² far gol come vuole e anche gli uomini dalla panchina sono importantissimi nella filosofia del tecnico: Ounas, Lozano (o Politano) ma anche Petagna, regalano quelle alternative tattiche che in corso di gara possono sempre tornar utili (vedi Genoa, ndr).

La fase difensiva: pressione alta, fasce coperte e traffico in mezzo al campo.

Le mezzali (come nel caso della gara di Genova contro la Samp) escono in pressione quando gli avversari cercano di impostare il proprio gioco. In fase passiva la squadra si piazza con un coperto 4-1-4-1 o 4-4-1-1 con il trequartista centrale pronto a disturbare il portatore di palla avversario.

I due centrali difensivi si esaltano negli spazi e nell’ uno contro uno. L’ occupazione delle fasce obbliga, poi, gli avversari a esplorare vie centrali, sempre intasate.

Buone le transizioni: appena viene riconquistata palla il Napoli si affida alla ripartenza veloce con dialogo stretto con scarico sulle ali o il lancio per il bomber Osimhen.

Ma ci sono anche delle piccole difficoltĆ  da migliorare: disagi contro difese basse e schierate.

Ma alcune difficoltĆ , in queste prime giornate, sono venute fuori. Il Napoli ha rischiato di lasciare punti contro Genoa e Juve, squadre con un baricentro bassissimo, intente a non lasciare spazi ai veloci napoletani.

Le due vittorie sono figlie della testardaggine degli azzurri arrivate anche un pĆ² casuali da azioni con palla da fermo. Ma anche in queste due gare il Napoli non si ĆØ snaturato mostrando, comunque, propensione al gioco offensivo e alla manovra.

Sicuramente Spalletti lavorerĆ  ad altri schemi offensivi per far fronte a queste difficoltĆ .