fbpx

Napoli, la guerra degli striscioni: no per lo Scudetto o per il Verona, le ragioni partono da lontano

A Napoli è in atto la guerra degli striscioni, le ragioni della contestazione arrivano da lontano ed ha come destinatario principale ADL.

Napoli, la guerra degli striscioni: no per lo Scudetto o per il Verona, le ragioni partono da lontano.

Nelle ultime sere è partita a Napoli la “sfilata” dello striscione. Un paio esposti all’ esterno dello stadio “Maradona” rivolti a squadra e allenatore (quest’ultimo di cattivo gusto e dal quale gli ultras hanno preso le distanze rinnovando la stima per il tecnico). E poi quello di questa notte (LEGGI).

Forse è quest’ultimo, esposto all’ esterno del Konami Training Center, che racchiude, in sintesi, tutto il sentimento di protesta (e probabilmente di rabbia) dei tifosi. Frase chiara con destinatario preciso (LO STRISCIONE).

Eh no, non c’entra questa volta la brutta figura di Empoli o i cambi scriteriati di Spalletti contro Fiorentina e Roma e non c’entra l’ormai passato Napoli-Verona dello scorso anno. E per onor di cronaca, non c’entra il non apprezzare un ritorno in Champions dopo due anni.

Fa bene Spalletti, poco fa in conferenza, a ribadire che tutti ci davano per settimi dietro Sarri e Mourinho e fa anche bene a rimarcare il suo lavoro. Ma, nella protesta, non c’entra lui. Le ragioni vengono da molto lontano.

Napoli, la spaccatura sempre più evidente tra il tifo pulsante (e non) e la dirigenza.

Ormai il rapporto (se di rapporto si può parlare) è logoro. Ma non oggi, non ieri, lo è da molto tempo: la spaccatura tra tifoseria e presidenza è irreparabile.

I gruppi organizzati sono contro ADL. Perchè ha negato biglietti omaggio o qualsivoglia benefit? Ma no! Non diciamo stupidate. Tanti tifosi sono ormai in scontro apertissimo con il presidente azzurro (non solo gli Ultras che mettono la firma agli striscioni).

Il rapporto è logoro per altri motivi che partono da lontano. Il rapporto tra tifoseria e società è scaduto nel tempo, forse meditato nei minimi dettagli da questa società che non ha mai creduto nella tifoseria che fu la più bella d’Italia, il vero 12esimo uomo in campo.

Rapporto andato a marcire con una disaffezione sempre più profonda a causa di una comunicazione antica, irrispettosa e a volte mortificante da parte di una società che si è sempre dissociata da una piazza famosa per l’amore viscerale per la propria squadra. Una società che non si è mai integrata alla piazza che ormai, come detto, ha raggiunto picchi di disamoramento verso la propria squadra, altissimi.

Questo è il clima che si respira in città. E che piaccia o no si è arrivati ad un vero e proprio “tutti contro tutti”.

Che ci sarà Spalletti o altri sulla panchina azzurra, poco importa, De Laurentiis deve capire che bisogna rimodulare, adesso, questo tipo di rapporto. Ma questa volta non potranno esistere contratti che tengano…