fbpx

L’estate della rivoluzione che sa più di involuzione (per ora)

Rivoluzione doveva essere e rivoluzione è stata per il Napoli: ma per i tifosi sembra molto un’involuzione con tanti addii e troppe scommesse. Ma il mercato è ancora aperto…

L’estate della rivoluzione che sa più di involuzione (per ora).

L’aveva detto De Laurentiis fin da subito: l’obiettivo primario del suo club era quello di tagliare (e anche di parecchio) il monte ingaggi dopo due anni di Pandemia. 100 milioni e più di tetto ingaggi sono troppi per un club che si autofinanzia come il Napoli e le perdite hanno eroso poco a poco il grande tesoretto messo da parte dal produttore cinematografico.

Ma il vulcanico patron aveva parlato anche di Scudetto con Spalletti di fianco che sorrideva nervoso. Ma, onestamente, mai come oggi la parola Scudetto sembra pura bestemmia da queste parti con la Juventus che ha speso e la Roma che si è rinforzata oltre alle corazzate Milan e Inter che non sembrano voler cedere il passo.

Il mercato, però, non è ancora terminato ma l’esordio in campionato si avvicina: lunedì alle ore 18.30 il primo calcio di inizio della stagione a Verona con una rosa ancora incompleta (per stessa ammissione di Spalletti, ndr) e con l’obiettivo minimo (la Champions, ndr) difficilissimo (Spalletti docet, ndr).

Abbassati stipendi ed età media ma qualcosa manca…

Gli addii di Insigne, Ospina oltre a quelli di Koulibaly (con annessa plus valenza, ndr), Mertens e praticamente quello di Fabian che si consumerà a breve (con la solita annessa plus valenza, ndr) hanno abbassato drasticamente il monte ingaggi. Ma come questa volta ADL può esultare per un -60: è questa la cifra risparmiata per gli stipendi.

I nuovi arrivi sono economici e soprattutto giovani con odor di plus valenza futura. La rivoluzione, pianificata a maggio/giugno, è un capolavoro del presidente che può esultare anche per la decisione della Lega di spostare più in là il caso multiproprietà.

Ma la rivoluzione è più che altro involuzione per i tifosi e i tanti appassionati azzurri: finito il tempo delle disillusioni, c’è preoccupazione. Preoccupazione anche per Spalletti che può solo trincerarsi dietro il lavoro sul campo sperando in qualche colpo di coda sul fronte mercato: Navas, Raspadori e un centrocampista oltre al già bloccato Simeone.

Arrivi, questi, che addolcirebbero l’estate dei napoletani e di Spalletti ma che non toglierebbero (almeno sulla carta) quel sapor di involuzione travestita da rivoluzione…