fbpx

Spalletti: Quale allenatore rinuncerebbe ad allenare Ronaldo?

Spalletti: Quale allenatore rinuncerebbe ad allenare Ronaldo? Sarebbe una cosa da raccontare per la vita

Oggi si è tenuta la conferenza stampa pre gara di Luciano Spalletti. Durante la conferenza Spalletti non poteva affrontare l’argomento Ronaldo

Su Ronaldo

“Chiunque vorrebbe avere le maglie che ha indossato Cristiano, se avesse giocato anche nel Napoli sarebbe stato bello averla… Mi chiedete se lo allenerei volentieri? Voglio vedere quale allenatore rinuncerebbe a questa opportunità, una cosa da raccontare per tutta la vita. Però se si va fuori dalle speculazioni giornalistiche, come ha detto anche il procuratore di Osimhen, non c’è nessuna trattativa. Da De Laurentiis non ho saputo nulla, quindi cerco di rimanere realista. La vedo dura che si possa fare una cosa del genere a pochi giorni dalla chiusura del mercato. Poi bisogna sentire Giuntoli e i vari operatori, ma da quel che so io non c’è nulla di concreto“.

 

 

Su Osimhen

 

 

“Lui è sempre lo stesso. Per uno del suo livello d’altronde il mercato è sempre aperto, ogni giorno può arrivare un arabo in giro per il mondo e decidere di acquistarlo. Il rischio della distrazione si corre sempre con i calciatori top come lui”.

 

 

Sulle differenze tra i due

 

 

“Non si parla di uno scambio tra due calciatori, ma di due operazioni d’acquisto diverse. Stiamo parlando di uno che ha vinto più Champions e ha fatto più gol di chiunque altro, ma il problema non si pone. Noi dobbiamo pensare a quello che abbiamo e a quello che ci permetterà di fare un’altra bella prestazione su un campo difficile come quello di Firenze. Osimhen dovrà essere protagonista”.

 

 

Sul mercato

 

 

“Io sono sempre soddisfatto, lo ero anche all’inizio, quando dovevamo fare delle operazioni obbligate. Abbiamo vinto le prime due partite con quelli che avevamo, ma sicuramente rimaniamo connessi al mercato. Il portiere? Meret ha fatto due grandi partite, siamo a posto. Abbiamo preso un portiere di riserva esperto e forte, quindi…”.

 

 

Su Ndombele

 

 

“Si è allenato un po’ a parte, ma è tra quelli che hanno fatto vedere di essere abbastanza in condizione nell’amichevole dell’altro giorno. I dati ci dicono questo e siamo contenti. Si vede che è uno a suo agio nel gioco moderno, sa rendersi conto subito di dov’è il vuoto e di dove bisogna giocare la palla, è uno che ci farà comodo”.

 

 

Sulla Fiorentina

 

 

“È una gara piena di difficoltà, la Fiorentina fa parte di quel condominio di squadre cui abbiamo parlato spesso… Italiano sa fare il suo lavoro in maniera perfetta, l’anno scorso ci hanno messo in difficoltà in tutte e tre le gare che abbiamo giocato e ne hanno vinte anche un paio. Hanno impatto fisico, ti vengono addosso, per noi sarà fondamentale muovere la palla per creare spazi e andare poi a prenderci vantaggi in quegli spazi. Contro squadre così fisiche di solito è difficile, noi comunque siamo in condizione, come loro che hanno meritatamente fatto risultato in Conference League”.

 

 

Sul significato di giocare a Firenze

 

 

“È una roba da strappacuore ogni volta… Io andavo sempre a vederla in Curva con gli amici, a sventolare le bandiere perché da bambino sono sempre stato tifoso viola. Ho tantissimi amici lì, compreso quello che mi accomoda le biciclette e mi manda messaggi per prendermi in giro, c’è di tutto”.

 

 

Sulla situazione di Fabian Ruiz

 

 

“Io mi confronto sempre con tutti. Lui non sarà felicissimo, però poi nel confronto e nel dialogo ce le siamo dette due cose e tutto quello che sta succedendo accade per una volontà”.

 

 

Sulle gerarchie Meret-Sirigu

 

 

“Si guarda in settimana cosa succede e si fanno le valutazioni. Nel calcio moderno il portiere è un ruolo come gli altri, si può cambiare di partita in partita. Per quale motivo un giocatore per rendere deve farne 5 di fila e poi deve essere valutato alla quinta? Il portiere ha l’allenamento per farsi vedere e quei 5 minuti in partita, altrimenti non gioca”.

 

 

Sull’atteggiamento da mettere in campo al Franchi

 

 

“Lo stesso di sempre. Dobbiamo giocare d’impatto, nel calcio moderno ci sarà qualche leggerezza in più perché nel continuo attaccare e difendere si vedrà qualche errore, ma sempre colmato dall’impeto e dall’intervento. Si corrono più rischi nel calcio attuale e si gioca a campo aperto, a sventagliare da una parte e dall’altra per poi andare a ricomporsi velocemente. Mi aspetto di vedere anche delle belle cose viste nelle due gare precedenti”.