Spallettone centra l’undicesima vittoria consecutiva nell’ottobrata romana che è spesso viatico per gli azzurri…
Roma-Napoli, ancora ad ottobre, porta gli azzurri in vetta: Spalletti e i suoi entrano ancora nella storia con l’undicesima vittoria consecutiva come Bianchi e Maradona.
Spallettone centra l’undicesima vittoria consecutiva nell’ottobrata romana che è spesso viatico per gli azzurri…
Era il 26 ottobre del 1986, settima giornata di campionato, quello che poi il 10 maggio successivo avrebbe regalato il primo storico scudetto agli azzurri. Si gioca il Derby del Sole con ancora il gemellaggio vivo tra le due squadre e il Napoli di Bianchi, che aveva fatto esordire Ciccio Romano nel centrocampo azzurro espugna l’Olimpico con un sinistro di Maradona lanciando i partenopei verso il tricolore.
L’anno dopo, 25 ottobre, successe di tutto nella città del Papa. Tensione fuori e dentro allo stadio, gemellaggio che in pratica si era sgretolato il Napoli che pareggia con Francini una gara che lo aveva visto rimanere in 9 uomini.
Il gesto dell’ombrello di Totore Bagni alla Sud e poi quel sorpasso clamoroso del Milan a 5 giornata dalla fine a scippare la toppa tricolore dal petto azzurro.
Nell’89, sempre di ottobre, il Napoli mette un mattoncino per il secondo scudetto pareggiando con Diego su rigore. E poi nel 2009, inizio ottobre, con Totti che di fatto esonera Donadoni e, inconsapevolmente, lancia gli azzurri, con l’arrivo di Mazzarri alle diverse qualificazioni Champions.
In ultimo lo zero a zero dello scorso anno , 24 ottobre, con Mourinho che frena “Spallettone” dopo ben 8 vittorie di fila. Ieri non gli è riuscito, Spallettone vince con il suo calcio, rilancia il Napoli in vetta, trova il record di 11 vittorie di fila tra campionato e coppa (come Bianchi, ndr) e batte per la prima volta, in sette precedenti, l’ex Special One. Ancora ottobrata romana, ancora contro la Roma.
Spalletti, vince il calcio sull’ anticalcio.
Mourinho l’aveva preparata così: calci, scontri fisici e lancio lungo, Spalletti, come confermato in conferenza, non snatura il suo Napoli che però ha mille risorse e va, quando serve, più di lotta che di governo.
Il portoghese ha paura, si preoccupa di spegnere le fonti di gioco partenopee piazzando a uomo Pellegrini su Lobotka e Mancini su Kvara con Smalling e Camara a fare legna un po’ su Zielinski e un po’ su Osimhen. E poi quel lancio lungo a scavalcare la seconda linea azzurra: palla avanti, tanto qualcosa sempre capita…
Luciano da Certalo attende, con la pazienza del più forte. Lozano a fare da zanzara sull’out di destra, Osimhen a impegnare mentalmente e fisicamente il muro giallorosso. La scelta di Olivera al posto del prof Mario Rui risulta intelligente e azzeccata: Zaniolo annullato e una valida fonte di gioco alternativa sulla sinistra.
La vince Luciano, dalla panchina, come sempre. Ma questa volta il miglior cambio è quello che non ha fatto: Raspadori e Simeone a riscaldarsi dal 50esimo, uno dei due per Osimhen.
Il tecnico desiste, ci crede, può sfruttare la stanchezza dei padroni di casa: osceno l’errore di Victor in contropiede, dopo un salvataggio difensivo divino di Piotr, a mettere largo. Osceno anche il gol di Victor che cinque minuti dopo indovina l’unica porzione di angolo per battere Rui Patricio su lancio ad occhi chiusi di Politano a tagliare a fette la retroguardia di casa.
Mou che si sbraccia, inventa scuse, chiede ammonizioni inesistenti. Che in conferenza stampa si lamenta di Irrati e che ha la faccia tosta di non ammettere la superiorità dell’avversario sottolineando che, quasi quasi i suoi avrebbero meritato.
Il calcio ha vinto, giustamente, sull’anticalcio e il Napoli lo fa sempre ad ottobre, sempre all’Olimpico…lo strano destino….
Progettista meccanico con la passione per la lettura e per il calcio.
Innamorato della storia di Napoli Capitale e del Napoli.