Polemiche da VAR: ‘cca nisciuno è fesso!
Polemiche arbitrali con il VAR sotto attacco: qui si rischia il dolo! De Laurentiis si faccia sentire…prima che sia troppo tardi.
Polemiche da VAR: ‘cca nisciuno è fesso!
L’ultimo week end di campionato si è chiuso e con esso il 2022 della serie A. Quasi un girone è andato via e ha lasciato il Napoli in testa saldamente alla graduatoria con le tre strisciate ad inseguire con affanno.
Tutte vincitrici nell’ultimo turno dell’anno solare, tutte attaccate (per modo di dire) alla corazzata azzurre che ha dalla sua numeri impressionanti: 41 punti figli di 13 vittorie, 2 pareggi e zero sconfitte con una media impressionante di ben 3 gol a partita e con in squadra il capocannoniere Osimhen che, nonostante l’infortunio patito l0 scorso 7 settembre contro il Liverpool, con conseguente lungo stop, è a quota 9 reti (senza calci di rigore).
Un cammino perfetto (o quasi) da far strabuzzare gli occhi ma la stampa (nordica) esalta le inseguitrici dando poco, pochissimo risalto a Spalletti e Co. Per trovare il giusto risalto bisogna andare Oltremanica:“Il Napoli gioca il miglior calcio d’Italia”, titola “the Guardian” e non manca la stoccata ai colleghi italiani che sono lì ancora a chiedersi se gli azzurri, dopo oltre trent’anni, siano pronti a vincere, ma è ridicolo fingere il contrario.
Ma nell’Italia che segue le strane linee editoriali tutto è sempre messo in discussione, soprattutto quando “gli inferiori” per antonomasia stanno distruggendo record su record dimostrandosi nettamente migliori degli altri. E poco cambia la pausa Mondiale, sarà un’incognita sì, ma per tutti.
Spalletti in testa non piace, non piace chiaramente ai media ma evidentemente non piace al Palazzo. Nessuna testata giornalistica sottolinea i chiari errori arbitrali che stanno rimettendo lassù le tre strisciate, gli stessi omertosi invece si permettono quasi a gridare allo scandalo se si parla degli azzurri e sottolineare come un fallo da rigore diventi rigorino. Il regolamento che cambia a diverse latitudini dello stivale pallonaro.
Napoli come nel 2018, peggio del 2018.
L’oggettiva diatriba arbitrale parte da un dato che sembrerebbe poco affine all’argomento: questo Napoli arriva alla 15esima giornata con 41 punti come quello di Maurizio Sarri nella stagione 2017/2018. Ora qualcuno inizia a vedere le affinità, vero?
Quel Napoli incantò portando crepe nel Palazzo. A maggio 2018 si chiuse con 91 punti, un record per il club più importante del sud, un record che non è servito a mettere però il terzo scudetto in bacheca.
Stagione di esordio del VAR, della tecnologia applicata al calcio e primi scandali da far accapponare la pelle: Orsato in Inter-Juve ne combina di tutti i colori, Mazzoleni al video fa anche peggio. Dopo anni il fischietto di Schio (ancora in pista, ndr) ammette l’errore, “le Iene” aprono l’inchiesta, gli audio scompaiono. Si dirà colpa dell’albergo a Firenze dove il Napoli avrebbe perso nel lunch match il giorno dopo: Sarri e la squadra alzano le mani, rapina a mano armata, il Palazzo ha deciso.
L’assassinio del calcio è consumato, lo shock degli atleti in maglia azzurra è tangibile: il patatrac di San Siro teletrasportato via etere nella hall di un albergo di Firenze. Traumi che restano, basti pensare a Falcao che parla ancora del gol annullato a Turone in quel nefasto Roma-Juve con tricolore consegnato agli strisciati.
Non basteranno 91 punti di questo passo, le concorrenti sono tre e sono agguerrite.
Polemiche VAR, si potrebbe fare un dossier.
L’ultimo scempio vissuto ancora a San Siro con il giovane arbitro, in odore di internazionalità, Sozza a dirigere Milan-Fiorentina. Prima un evidente fallo di Tomori in area non fischiato (sul punteggio di 1-1) poi la “svista” sull’autogol del 2-1 milanista al 91esimo dopo un chiaro fallo di Rebic sul portiere gigliato Terracciano.
VAR silente, volente o nolente e non c’è neanche il tempo di sottolineare che il “mal capitato” arbitro Sozza sia di Seregno, ex provincia di Milano, oggi Monza Brianza. Qualche anno fa Marotta, allora dg Juve, polemizzò dopo un Juve-Genoa 1-1 perchè l’arbitro designato, Guida, fosse di Torre Annunziata.
VAR interpretato male anche in Verona-Juve o in Fiorentina-Inter: immagini chiare che diventano oggetto della discrezionalità del direttore di gara. Assurdo.
Il calcio di oggi è seguito solo da pochi ultimi romantici, le donne non si farebbero mai prendere per i fondelli da questo sistema marcio. Siamo di fronte ad una frode sportiva, non si ammazza solo la passione.
I giovani abbandoneranno questo sport, c’è bisogno di chiarezza, basterebbe rendere pubblici le chiacchierate tra arbitro e varista. Stop, fine della polemica. Ed invece la stampa insabbia, come si diceva? Ah sì, scelte editoriali, giusto?
Pistocchi, Pecci, Agroppi tagliati fuori dai salotti nordici del calcio, Adani minacciato. Abbiamo regalato anche la prima espulsione in carriera ad un signore del calcio come Ancelotti che, qualche anno fa, sulla panchina azzurra, protestò in un Napoli-Atalanta.
Allo stesso Ancelotti che gli venne data ragione, nel consueto incontro allenatori ed arbitri, con Rizzoli (l’allora designatore) in evidente imbarazzo.
La tecnologia non riesce ad essere utile solo al calcio, ma che strano. Il VAR sta mietendo più vittime di quanto si pensasse: ADL alzi la voce ora, prima che sia troppo tardi, perchè ‘cca nisciuno è fesso!
VAR inutile, interpretazioni fantascientifiche, moviolisti che riscrivono di domenica in domenica regolamenti in base alle tonalità (o non tonalità…) delle divise delle squadre. Forse, anzi senza forse, il VAR, ha di fatto spiegato una sola cosa: il motivo della beatificazione di Maradona a Napoli…
Progettista meccanico con la passione per la lettura e per il calcio.
Innamorato della storia di Napoli Capitale e del Napoli.