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Filippetti: Juve? Mi fa sorridere che si tende costantemente a trovare polemiche contro i giornalisti

La Juventus
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Simone Filippetti, giornalista de il Sole24Ore
Addio della morigeratezza della Juve dopo Ronaldo? “Bisogna fare due riflessioni. C’è stata una tempesta mediatica in questi giorni. Ronaldo ha fatto vendere numerose magliette alla Juve, l’incasso lordo è stato di circa 44 milioni di euro. Scrissi quell’articolo su una tematica che si è prolungata sino ad oggi. L’avventura di Ronaldo è andata come andata non solo per il merchandising, ma perché fu un azzardo. Tutte le scommesse comportano una dose di rischio, la scommessa era stata eccessivamente alta per la Juve, la quale esagerò. Il tempo ha poi dato ragione a questa riflessione. Nel caso di Marotta, più che un divorzio di comune accordo, sembrò un addio, una sorta di fuga. Non condivideva la situazione economica nella quale fu coinvolta la Juve per l’operato Cristiano. Scrissi questo articolo nel 2018, c’erano condizioni differenti per il tempo ormai dilatato. Mi fa sorridere che si tende costantemente a trovare polemiche contro i giornalisti. I social media sono basati su critiche, il titolo fa sempre il suo effetto. Le persone si celano dietro un anonimato, ma al di la delle polemiche l’articolo scritto è invecchiato bene. La trattativa della Juve con Ronaldo fu portata avanti da Agnelli, il quale si recò dallo stesso Cristiano per farlo firmare. Paratici ha avuto solo un ruolo burocratico, poiché l’affare fu voluto dal presidente”.  Cosa ci si potrebbe aspettare dalla situazione Juve? “Dobbiamo aspettarci di tutto, anche lo scenario peggiore. Mi aspetto un allargamento delle responsabilità. Bisognerà capire anche il futuro di Paratici, ma considerare anche la posizione squadra e le eventuali conseguenze causate dall’azione della Giustizia Sportiga. Alcuni hanno ipotizzato anche l’ipotesi retrocessione. Nel 2006 le responsabilità erano dei manager scelti dalla proprietà, ma nel caso di Agnelli proprietà e management vengono a coincidere e di conseguenza il problema diventa più ampio, abbracciando il campo della credibilità. La questione sicuramente non terminerà qui”.