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Turci: Non è facile interpretare quello che è il pensiero di De Laurentiis. Sicuramente…

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Tommaso Turci, giornalista Dazn
Pronostico sul play-off tra Bari e Cagliari?
“Una partita che si giocherà sulle due gare. Credo che ci sarà un Cagliari che proverà ad indirizzarla sin da subito, in caso di pareggio tra andata e ritorno sarebbe il Bari che potrebbe giovare del migliore piazzamento in classifica. La squadra pugliese tenterà di giocarsela soprattutto al ritorno. Con 70000 spettatori al San Nicola sarà un vero spettacolo. Speriamo davvero di divertirci, anche s enon saprei cosa pronosticare. Forse un pareggio”
Cosa le ha lasciato il Napoli in questa stagione?
“Già ad inizio 2023, quando si vincevano le partite determinanti, pensavo che il Napoli fosse la squadra che nei miei 5 anni di bordocampo mi ha sorpreso e divertito di più. A di là di giocate individuali c’erano una coesione di gruppo, una sinergia ed un’alchimia che nessuna altra squadra mi aveva lasciato. È stato emozionante vedere ogni gara disputata come fosse una finale. Non che fossi scettico, ma ammetto che ad inizio anno non mi aspettavo un Napoli tanto sorprendete”
De Laurentiis soffre l’esaltazione del lavoro di Giuntoli e Spalletti?
“Non è facile interpretare quello che è il pensiero di De Laurentiis. Sicuramente è l’artefice degli ultimi diciotto anni di storia del club, e dei recenti successi. Mi affiderei sempre ad un imprenditore così preciso, e garante sempre di ottimi risultati. Questa stagione, a mio avviso, è stata così brillante e con tante certezze ritrovate che, al posto dei tifosi, mi sentirei certamente fiducioso”
Riguardo a Giuntoli, De Laurentiis ha affermato che il suo ruolo è soltanto marginale: ritiene possa aver detto ciò al fine di sminuirne volontà di andarsene o per bloccarne la partenza?
“Non è solo un direttore sportivo, lo sappiamo tutti… Era un tentativo, forse, di gettare acqua sul fuoco. Il valore di Giuntoli è indiscutibile. Lo seguivo già dai tempi di Carpi, in cui denotava anche la capacità di creare valore per il proprio club, oltre quella di scovare talenti e scegliere i giocatori giusti. Soprattutto, è un dirigente che vanta un peso specifico nello spogliatoio. Il direttore deve creare un certo tipo amalgama nel gruppo, e determinare coerenza e rispetto nelle scelte e nei rapporti tra calciatori e tecnico. Ridurre al direttore sportivo il ruolo di scelta dei giocatori rischierebbe di essere riduttivo. Per quanto fatto negli ultimi anni, il ruolo di Giuntoli andrebbe preservato. Pensate a quante cose, che noi non vediamo, Giuntoli deve risolvere in settimana… Non possiamo nemmeno immaginarci i problemi che, nella quotidianità, un direttore sportivo è chiamato a risolvere. In questo Giuntoli è un maestro”
Il tecnico che l’ha maggiormente impressionato da vicino?
“Difficile dirlo, ce ne sono tanti con caratteristiche diverse. C’è chi, durante la partita, tende a parlare di meno preferendo prendere appunti ed intervenire all’intervallo, come Sarri. C’è chi, invece, è sempre attivo durante tutta la partita, come Conte. Il tecnico pugliese guida la sua squadra come se avesse un telecomando. Ci sono, poi, coloro i quali preferiscono dare indicazioni precise, limando i dettagli durante la gara per far sì che si possa ottenere la performance migliore da parte del singolo. Penso che Italiano sia molto bravo in questo, ottimo nella lettura delle partite. Ciononostante, non nascondo di essere un estimatore di Dionisi. In un club come il Sassuolo, dove non ci sono le pressioni della grande squadra, è riuscito a mantenere sempre alta l’ambizione. Non è facile, eppure Dionisi vi è riuscito, riuscendo a raccogliere il successo in ogni grande stadio della Serie A”
Mourinho è davvero un profilo di interesse per la squadra che ha vinto lo Scudetto?
“Difficile da dire. Mourinho a volte passa soltanto per il comunicatore, per l’allenatore che se la prende con gli arbitri e che lavora meno sul campo. Josè, però, è un grande conoscitore del calcio, e che ha pagato qualche eccesso in conferenza che ha indotto a pensare il contrario. Uno di quelli che necessitano di un legame forte con tutto l’ambiente per riuscire a far esprimere al meglio le sue squadre. L’alchimia che si è generata con Roma, e con l’Olimpico, fa sì che la squadra riesca a rendere al meglio. Al netto dei problemi riscontrati dai giallorossi, la valutazione della stagione della Roma non può dirsi insufficiente. È un tecnico che, per riuscire a tirare fuori il meglio ai suoi calciatori, ha bisogno di creare una dinamica di ‘soli contro tutti’”