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Trotta: Kvara ed Osimhen sono le armi micidiali del Napoli dello scorso anno, ma è anche vero fossero supportati da un sistema di gioco ottimale

Il campionato di serie A
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.
A Verona una gara semplice sulla carta, anche se il momento degli azzurri è delicato.
“Seppur semplice apparente, sul campo gli azzurri potrebbero riscontrare difficoltà. Problematiche che, se non si è pronti ad affrontare, rischiano di essere insuperabili. È una situazione di stallo per il Napoli che, da fuori, si fa fatica a comprendere. Mi riferisco al rapporto tra la società e l’allenatore. O si da fiducia dinnanzi a tutto o non si può pensare di delegittimare il tecnico. Questa vicenda in bilico, infatti, non giova a nessuno. La partita contro gli scaligeri, infatti, rischia di non essere semplice proprio a tal motivo”
Quale può essere lo spirito per Garcia che, ad oggi, non ha avuto appoggio di nessuno?
“Sarà difficile trovare un appoggio per Garcia, soprattutto dopo questo avvio di stagione. Spesso le scelte del tecnico sono parse poco comprensibili, soprattutto nelle sostituzioni. Tuttavia, sarebbe più opportuno garantire il pieno sostegno all’allenatore francese. Una situazione come questa, infatti, non porta da nessuna parte”
Il Napoli di quest’anno è davvero così diverso rispetto a quello della scorsa stagione?
“Per me non è un discorso di valori, il Napoli era fortissimo lo scorso anno così come lo è oggi. Quel che conta è andare in campo senza la serenità e l’empatia che il mister non è riuscito a creare con i ragazzi. Sin dalle prime partite ci sono stati troppi malumori. Non so se sia un clima nato in estate, ma è evidente ci sia una certa insofferenza da parte dei giocatori. Nonostante tutto, a prescindere dalle scelte dell’allenatore e del tecnico, i calciatori hanno l’obbligo di dare il massimo in campo, e di conquistare i tre punti già nella trasferta di Verona”
La squadra subisce un’innovazione troppo rapida del tecnico transalpino?
“Ogni allenatore ha una sua modalità. Ho fatto il calciatore vent’anni, sono andati via allenatori e ne sono subentrati. Alla fine, però, resta la maglia e la dimensione di professionista che ti impone di garantire sempre il massimo impegno per il club”
Come vive, un calciatore, la presenza assidua del presidente in allenamento?
“Da una parte andrebbe sempre verificato come tale presenza viene effettuata. È capitato anche a me che, in momenti di difficoltà, il presidente fosse maggiormente presente. È chiaro, però, che non deve tramutarsi in un supporto ingombrante, soprattutto sulle prerogative dell’allenatore. E’ una dinamica che può produrre anche benefici”
Il Napoli può essere nemico di sé stesso?
“Se non dovesse trovare continuità di rendimento e la giusta modalità di porsi in campo, la squadra rischierebbe di divenire il primo nemico di sé stessa. Quando il Napoli è al top, però, non vedo avversarie”
Perché Osimehn e Kvara riscontrano difficoltà?
“Kvara ed Osimhen sono le armi micidiali del Napoli dello scorso anno, ma è anche vero fossero supportati da un sistema di gioco ottimale. Quando c’è qualcosa che non funziona nel gioco, però, è chiaro possano riscontrare difficoltà. La passata stagione, infatti, ogni calciatore poteva usufruire di un meccanismo che girava alla perfezione”
Le sarebbe piaciuto vedere Conte sulla panchina del Napoli?
“Sapevo che Conte non sarebbe subentrato. Antonio preferisce sempre capire ad inizio anno quale tipo di squadra può avere, gestendo anche la scelta di calciatori a lui funzionali. Parliamo di un tecnico dal carattere deciso e dalla mentalità vincente. Per questo credo che con la rosa degli azzurri avrebbe potuto fare ottime cose”