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Napoli, Giuffredi è un genio e Conte è l’ispettore Callaghan

Il Napoli di Conte

Napoli. Partiamo subito da un presupposto necessario: per chi scrive, Mario Giuffredi, procuratore di – tra gli altri – Giovanni Di Lorenzo, oltre ad essere un ottimo conoscitore del mondo del Calcio e delle sue pieghe più recondite, è un genio assoluto. Indubitabilmente. Non me ne vogliano i suoi detrattori, ma sono i risultati conseguiti nell’arco degli ultimi quindici anni a parlare per lui.

Certo, alcune strategie comunicative adottate dal Nostro nel corso del tempo, non sempre hanno sortito gli effetti sperati, ma si tratta del gioco delle parti e di un ruolo, quello del procuratore sportivo, che nell’ultimo decennio è cambiato in maniera esponenziale. Altroché. In pratica, banalizzando un concetto che banale non è, il procuratore è colui che spesso deve combattere fra due (o più) fuochi: quello delle società di Calcio e quello dei propri assistiti. Altro che bella vita e guadagni facili. Metterci la faccia non è mai impresa da nulla.

E allora, letta alla giusta maniera, l’opera compiuta da Giuffredi nel “caso Di Lorenzo” è stato un lavoro certosino, capillare, un capolavoro strategico. Va da sé, naturalmente, che da questo momento in poi – ossia dalla conferenza stampa tenuta ieri da Giuffredi – le chiacchiere stanno a zero e sarà solo il tempo a mettere a posto talune situazioni. Del resto, si sa, Napoli è una città di bastian contrari e di tuttologi – un po’ improvvisati, in verità – del pallone.

Prendete l’acquisto di Buongiorno, per esempio. L’avesse realizzato una delle squadre strisciate, apriti cielo! La mancata acquisizione del difensore del Torino, in quel di Partenope, sarebbe stata salutata come l’aborto inspiegabile del trasferimento del secolo. A Napoli, invece, sembra che tutto sia dovuto, scontato. Per alcuni, in pratica, dopo essere stato acquisito dal club di De Laurentiis, Buongiorno è magicamente (o tragicamente?) diventato colui che faceva la riserva agli Europei di una delle nazionali più disastrose di sempre e non uno dei giovani difensori italiani più forti delle ultime tre stagioni. Misteri della fede.

Intanto, all’ombra del Vesuvio, si attende la cessione di Osimhen quasi più del miracolo settembrino di San Gennaro. E pure questa è una delle peculiarità più caratterizzanti di Napoli: sbarazzarsi del vecchio Masaniello per adulare subito quello successivo. Quello di Lukaku – oramai lo sanno anche i muri storici di Via Toledo – dovrebbe essere il nome giusto per spingere nella porte degli avversari palloni e sogni di una tifoseria ancora scottata dalla sciagurata stagione conclusasi pochi mesi or sono. A tutto il resto, ci penserà Antonio Conte. Uno che ha le spalle più larghe di Clint Eastwood e dell’ispettore Callaghan.