Esclusiva – Massimo Agostini: Il Napoli merita il primato, gioca meglio e ottiene risultati

Nel corso della diretta Tv di Casa Serie A, prodotta da CasaNapoli.net e condotta da Max Viggiani, è intervenuto l’ex Azzurro Massimo Agostini ” Il Condor”
L’Inter resta favorita o il Napoli, leader in classifica, merita il ruolo di principale candidato al titolo?
“Sulla carta, considerando la rosa, l’Inter ancora favorita, anche perché ha una partita da recuperare e potrebbe raggiungere il Napoli in classifica. tuttavia, dopo il giro di ritorno, il campionato diventa un’altra storia. Il Napoli, però , merita il primato: è la squadra che gioca meglio, ottiene risultati e ha smentito chi inizialmente dubitava della sua capacità di tenere testa a Inter, Milan, Juventus e Atalanta. Il lavoro di Conte, soprattutto sul piano mentale, è stato fondamentale nel portare la squadra a livelli altissimi, mentre gli acquisti, questa volta mirati e ben scelti, hanno fatto la differenza grazie anche a un presidente che ha finalmente ascoltato il suo allenatore.”
Essere stato il numero nove del Napoli, indossando una maglia prestigiosa come quella di Careca o Higuaín, non è forse il massimo per una carriera, Massimo?”
“Vestire quella maglia rappresenta un traguardo importante per chi vuole fare carriera nel calcio. Dopo Roma e Milan, cercavo un’altra esperienza di alto livello. Non ho avuto la fortuna di giocare per Inter o Juventus, ma quando è arrivata la chiamata del Napoli , non ho esitato un secondo, nonostante i consigli contrari di chi diceva che era una piazza difficile o invivibile. Ho seguito il cuore, convinto che solo vivendo quell’esperienza avrei scoperto la verità E avevo ragione: Napoli si è rivelata una città meravigliosa, dove si vive bene ha fatto i primi anni di scuola lì, ha trovato amici con cui è ancora in contatto, e io e mia moglie ci siamo sentiti accolti. sarei rimasto ancora più a lungo.”
Perché in questa finestra di mercato molti calciatori, compresi giovani promettenti, stanno lasciando la Serie A per andare all’estero? È solo una questione economica?
“Il calcio segue inevitabilmente le dinamiche economiche. In questo momento, i campionati esteri, come quelli in Inghilterra, Germania e Spagna, hanno una maggiore capacità finanziaria rispetto alla Serie A. Le società italiane, con poca liquidità a disposizione, spesso accettano offerte dall’estero per giocatori di livello, anche se è un peccato. È una fase in cui il nostro calcio sta facendo fatica a tenere il passo, mentre altrove il livello e gli investimenti continuano a crescere.”
Massimo, visto il tuo passato da attaccante prolifico, pensi che con le regole attuali, che limitano di più il gioco duro dei difensori, avresti segnato ancora più gol rispetto a quelli già tanti che hai realizzato? Come valuti il cambiamento della fase difensiva rispetto ai tuoi tempi?
“Negli anni in cui giocavo, il calcio era completamente diverso, soprattutto per gli attaccanti. I capo cannonieri raramente superavano i 18-19 gol a stagione, e raggiungere la doppia cifra con 12-14 gol era già considerato un grande traguardo. Questo perché le regole favorivano i difensori: non c’era il concetto di ‘ultimo uomo’, e interventi duri come trattenute o interruzioni del gioco difficilmente venivano sanzionati. Un difensore prendeva un cartellino solo per falli estremamente violenti. Per noi attaccanti, segnare richiedeva molta astuzia e la capacità di adattarsi, trovando soluzioni creative contro difensori che marcavano a uomo con grande efficacia. Dovevamo sempre avere un piano B, perché il piano A raramente funzionava al primo tentativo.
Oggi, invece, le regole sono più favorevoli agli attaccanti. Il concetto di ‘ultimo uomo’, il gioco a zona e le limitazioni nei contrasti rendono più facile trovare spazi e situazioni favorevoli. I difensori non sono più allenati a marcare a uomo, e se lasci anche solo un metro a un attaccante di buon livello, rischi sempre di subire gol. Non a caso, i capo cannonieri oggi chiudono spesso con 25-30 reti, numeri impensabili ai miei tempi. È difficile dire se avrei fatto meglio in questo calcio moderno, perché anche il livello fisico e atletico è cambiato molto. Però è evidente che oggi il calcio è più ‘libero’ per gli attaccanti, mentre ai difensori manca quel tipo di marcatura rigida che rendeva tutto più complicato.”
