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Napoli-Genoa vietato mollare tra recidive, montagne russe e leader silenziosi – Le Pillole del Campionato del Napoli

Il pari di Napoli-Genoa è il mezzo passo falso che non ti aspetti dagli azzurri con la consapevolezza che nulla è cambiato e tutto è ancora nelle proprie mani.

Napoli-Genoa sancisce il ritmo di un fine settimana tanto atteso e che si trasforma in scoramento, ansia, tristezza, quasi depressione da tifoso deluso. Dà il via a un lunedì mattina che più lunedì non si può, dopo una notte completamente insonne perché, non mentite, nessuno è riuscito a chiudere occhio e i fortunati che lo hanno fatto avranno sognato di Honest Ahanor, del colpo di testa di Billing all’ultimo secondo, delle parole di Conte e dei fantasmi del 2018. Tranquilli, relax: nulla è cambiato e il Napoli è ancora primo, non bisogna dimenticarlo. Godiamoci questa settimana di tribolazione con vagonate di camomilla ma soprattutto tutti i dettagli più irriverenti del weekend azzurro con le Pillole del Campionato del Napoli!

Borghetti e ansiolitici

Il pre partita di Napoli-Genoa è qualcosa di surreale. La maggior parte dei tifosi azzurri si sono ritrovati allo stadio Maradona molte ore prima, per vivere insieme quell’incredibile ansia che taglia il cuore a metà tra sofferenza fisica ed esaltazione. Gli occhi sono puntati tutti sullo schermo di un esercizio commerciale in zona Curva B che trasmette Torino-Inter. C’è chi preferisce non vederla ed affidarsi alle urla dei più coraggiosi, chi ancora ne approfitta per abbracciare gli amici provenienti da tutta Italia ed esorcizzare insieme quei momenti. Tra borghetti e ansiolitici si attende il pullman degli eroi partenopei e quella preoccupazione si trasforma in splendida adrenalina: un’onda azzurra accompagna la squadra di Conte all’ingresso, per un messaggio di forza senza eguali. Encomiabili.

Recidiva

Al Maradona l’atmosfera è quella di grandi notti, con immenso sostegno da parte di tutto lo stadio. Al minuto 12′ un brivido freddo pervade la schiena dei 52.000 supporter sugli spalti: dopo uno scontro di gioco Lobotka si accascia, chiedendo l’imminente cambio. Eh sì, Lobotka, l’uomo tanto invocato tutta la settimana con la speranza che sì recuperasse dalla contusione alla caviglia ma che osservasse un po’ di riposo per averlo fresco e pimpante per la trasferta di Parma. Non è successo niente di tutto ciò: Lobo subito in campo con un grande interrogativo che si piazza sulla scelta di Conte, con un nuovo infortunio alla stessa caviglia, che gli ha fatto terminare anzitempo la stagione. Insomma, di fresco e pimpante proprio niente.

Montagne russe

Lo abbiamo sempre detto, per antonomasia il tifoso del Napoli adda suffrì ma così mi sembra veramente esagerato…e rischioso per la salute. Dopo l’infortunio di Lobo c’era scoramento nell’aria eppure ci pensa ancora lui, il gigante buono Lukaku che fa a sportellate con tutti. Non sbaglia la grande occasione, portando in vantaggio gli azzurri in un momento complesso, leader silenzioso che si assume come sempre ogni responsabilità facendo pesare il suo palmares. Relax totale, il Napoli è in controllo. Seh, come no. Al 32′ succede l’incredibile: azione del Genoa che aveva aumentato i giri da qualche minuto e autogol di Meret dopo il tiro della giovanissima stellina rossoblù Honest Ahanor. E vabbè, ci sta. Si soffre ancora.

Vietato mollare

Gli alti e bassi sono stati così tanti che bisogna proseguire persino qui. Quando tutto sembrava perso, ci pensa l’uomo dei gol pesanti Jack Raspadori a riportare gli azzurri in vantaggio ma il destino gioca ancora un brutto scherzo: Vasquez all’84’ manda il Napoli nel buio dell’incertezza, fissando il risultato sul pareggio. Il Maradona si zittisce: non lo si sentiva così da anni, perché persino lo scorso anno come sottofondo c’erano i fischi, mai l’indifferenza. Anzi, la sofferenza. Ma ve lo assicuro: il ciuccio è ferito ma non è assolutamente morto. È capace di andare avanti, lì, ancora primo in classifica, cercando di battere tutto e tutti. Gli infortuni, mezza Italia coalizzata contro, i bastoni tra le ruote. Ma no, non mettiamoceli da soli, anzi. Facciamo il bene di questa squadra e vietato mollare, mai, fino all’ultimo respiro, tutti insieme.

Calcoli, scaramanzia e prosciutto

Sì, questa sarà una delle settimane più lunghe della nostra vita, si sa. Ma, paradossalmente, con tanto lavoro e un buon pizzico di fortuna, potrebbe diventare anche super dolce. Quindi bando alle ciance e via con la consapevolezza che il Napoli è ancora in vetta, artefice del suo destino. Adesso, per non guardare ai risultati dell‘Inter non bisogna più sbagliare, mettendo in campo tutto quello che si ha. Le brucianti delusioni dello scorso anno, le grida offensive sui campi di mezza Italia, gli inciampi, le critiche ingiustificate, gli addii inaspettati a gennaio, la voglia di scrivere ancora insieme alla storia. Cuore, testa, cazzimma e gambe ben salde in quel di Parma, senza calcoli ma con la forza di chi vuole essere artefice del proprio destino e gioire. Finalmente. Intanto alla prossima con le Pillole del Campionato del Napoli!

Alessia Bartiromo
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