Napoli aspetta in silenzio: questa sera contro il Cagliari gioca un’intera città

Napoli aspetta in silenzio: questa sera contro il Cagliari gioca un’intera città
Non è un silenzio qualsiasi, quello che avvolge Napoli in queste ore. È un silenzio denso, che parla più di mille parole. Un silenzio che sa di attesa, di sogno trattenuto, di speranza che non osa ancora esplodere. Questa sera, al Maradona, non scenderanno in campo solo gli undici ragazzi di Antonio Conte. No. A giocare sarà un’intera città, con il cuore in gola e lo sguardo rivolto al cielo.
Napoli trattiene il fiato. Da giorni, le strade sono in fermento ma senza clamore. I vicoli sembrano sospesi, i balconi iniziano a tingersi d’azzurro, ma nessuno si sbilancia. La gente lo sa: il calcio, qui, non è solo sport. È identità, è respiro quotidiano, è battito collettivo. Ed è per questo che ogni passo verso il sogno viene fatto con rispetto, quasi con timore. Come se rompere il silenzio potesse spezzare l’incantesimo.
Conte guida, Napoli sogna
Antonio Conte ha ridato alla squadra un volto combattivo, orgoglioso. Un Napoli meno spettacolare forse, ma più solido, più consapevole. Una squadra che sa soffrire, che sa vincere sporco, e che ha imparato a tenere il destino nelle proprie mani. Stasera, però, non basteranno le gambe. Servirà l’anima. Quella che solo chi gioca per la propria gente sa mettere in campo.
E quella gente, da giorni, è lì. A prepararsi nel silenzio. Nei bar si parla a mezza voce, nelle scuole si scrivono temi che raccontano sogni, nei mercati si respira attesa. Tutti sanno che, se il Napoli vincerà contro il Cagliari, sarà un passo decisivo verso un traguardo che due anni fa sembrava già leggenda: il quarto scudetto.
Fuorigrotta come un altare
Lo stadio Maradona, stasera, non sarà solo un impianto sportivo. Sarà un altare laico, dove migliaia di fedeli si daranno appuntamento per un rito collettivo. Ogni coro, ogni striscione, ogni sospiro sarà un frammento di quel grande cuore azzurro che batte in ogni angolo della città. E se il pallone finirà in rete, il boato che ne seguirà non sarà solo gioia: sarà liberazione.
Un popolo, una squadra, un destino
In campo, ci saranno Di Lorenzo e compagni. Ma idealmente ci saranno anche gli operai che ascoltano la radiolina in fabbrica, le mamme che tengono stretti i figli davanti alla TV, i nonni che ricordano le magie di Maradona, i ragazzi che hanno fatto dell’azzurro una seconda pelle.
Napoli non chiede la vittoria come diritto, ma la sogna come merito. Per tutto ciò che è stato e per tutto ciò che potrebbe essere. Questa sera, contro il Cagliari, non è solo una partita. È una prova d’amore, di coraggio e di appartenenza. Napoli lo sa, e per questo aspetta in silenzio.
Un silenzio che, al primo gol, diventerà un grido. E se sarà un grido di gioia, sarà forte abbastanza da farsi sentire fin sopra il Vesuvio.
Giornalista pubblicista. Speaker presso radio Radio Sud 95, Radio Marte negli anni 70-80. Redattore capo presso casanapoli.net; Redattore presso napolinew360 ed estenews.