ESCLUSIVA – Scudetto del Napoli, la famiglia aggredita a Parma: “Una paura incredibile, ecco cosa è successo”

La famiglia aggredita a Parma durante i festeggiamenti dello scudetto del Napoli ha raccontato i fatti accaduti in esclusiva a CasaNapoli.
Una notte di festa è diventata un vero e proprio incubo per una famiglia aggredita a Parma e che venerdì sera stava passeggiando serenamente in Piazza Garibaldi, per respirare l’atmosfera del grande sogno raggiunto dal Napoli. Dopo la partita, si era scesi in strada per celebrare in tranquillità il quarto scudetto, vissuto da tutta la comunità partenopea parmense con una grandissima attesa, a centinaia di chilometri dal Maradona, lì dove si stava disputando il match contro il Cagliari.
Meno di una settimana prima la sfida proprio contro il Parma al Tardini che sarebbe potuta costare cara a Di Lorenzo e soci e che invece ha tenuto ben accesa la fiammella del quarto tricolore grazie al pareggio della Lazio al fotofinish contro l’Inter e il rigore trasformato da Pedro. Centinaia di cuori azzurri che formano la piccola e sentita comunità napoletana a Parma, che con grande rispetto per la città che li ospita si era riunita in piazza, come due anni fa, per celebrare il tricolore. Eppure qualcosa è andato storto e la paura ha preso il sopravvento, turbando una notte che sarebbe dovuta essere soltanto di allegria.
La grande e longeva comunità partenopea a Parma
Dopo Napoli-Cagliari e la conquista matematica del quarto scudetto azzurro, decine di tifosi del Napoli si sono dati appuntamento a Piazza Garibaldi a Parma per sventolare le bandiere azzurre e intonare qualche coro. Nessun disturbo, nessun gesto irrispettoso: solo la voglia di sentirsi un po’ più vicini a Napoli in questo momento così speciale. Parma non è nuova ad accogliere i supporter azzurri: ospita infatti da 14 anni e mezzo il club Napoli Parma Partenopea, che in occasione delle partite dei partenopei si ritrova a Baganzola per vivere la partita insieme. Ma non solo: è una storia di profonda amicizia e rispetto per la città di Parma, che aiuta con numerose iniziative benefiche e di solidarietà. Insomma, la comunità azzurra è ben integrata in città ma considerata sempre dalla maggior parte dei residenti “ospite”, non gradendo assolutamente la loro fede calcistica diversa.
L’accaduto tra Piazza Garibaldi, il Comune e via Farini
Parte proprio da qui l’accaduto che venerdì sera nel cuore del centro storico di Parma ha coinvolto una famiglia tifosa del Napoli, costringendola a vivere attimi di puro terrore. Dopo la partita, il giovane papà 32enne insieme alla moglie, al figlio di 5 anni e la figlioletta di 8 mesi hanno deciso di scendere in piazza per una passeggiata in quell’entusiasmo azzurro, per sentire Napoli un po’ più vicina. Tutto stava andando per il meglio, in un’atmosfera davvero tranquilla. Presenti tante famiglie e alcuni membri proprio di Parma Partenopea, che intonavano cori e sventolavano bandiere inneggianti ai colori azzurri. All’improvviso, alla fine di via Farini davanti al Comune, sono arrivati circa 20 ragazzi incappucciati di un’età compresa tra i 20 e 30 anni, con cinture alla mano, catene e corpi contundenti, pronti a far terminare in maniera molto violenta la festa. Tutti i presenti e anche i membri di Parma Partenopea si sono molto spaventati insieme ai numerosi bambini presenti, dando il via a un fuggi fuggi generale.
Le parole del giovane papà della famiglia aggredita a Parma
Da brividi la testimonianza del giovane papà coinvolto inconsapevolmente nell’agguato, parlandocene in esclusiva: “Ero di spalle quando mi sono reso conto della presenza di queste 20 persone incappucciate e coperte tra felpe, sciarpe e cappellini che con fare molto minaccioso si sono avvicinate intimandoci di andare via e di smettere di festeggiare. Dei delinquenti, che sono scesi in strada per aggredire, per far male alle tante famiglie presenti, noi compresi. Immaginate il mio terrore. Ero mano nella mano con mio figlio di 5 anni, terrorizzato, mentre mia moglie aveva nostra figlia di 8 mesi in braccio. Per fortuna con me c’era mio fratello minore che ha capito subito la gravità della situazione, intimando alla mia famiglia di indietreggiare, proteggendola. Abbiamo cercato di far ragionare i facinorosi ma l’unica cosa che ripetevano è che siamo ospiti e non dovevamo stare lì. Hanno così provato a colpirci con delle cinghiate, io avevo in mano una bandiera e con l’asta ho provato a schivare i colpi per proteggere mio figlio lì accanto a me. Mi hanno detto solo in seguito che di fronte delle persone avevano visto che uno di questi delinquenti l’aveva agganciato dal cappuccio. Da questo momento, alcuni ragazzi napoletani sono accorsi per difendersi, dando il via a una colluttazione. Ho così approfittato del momento di caos per scappare via insieme ai piccoli e a mia moglie”.
Un’esperienza traumatica proseguita anche sui social
Le immagini delle scene di violenza hanno presto fatto il giro dei social e solo una volta tornato a casa, il giovane papà si è reso conto del grandissimo pericolo scampato. “In quel momento ho cercato di mantenere la lucidità, di far capire a quelle persone che ero con dei bambini piccolissimi, che non stavamo mancando di rispetto a nessuno né facendo nulla di male ma è stato tutto inutile. Ho cercato di mantenere la calma per i miei cari e per le tante persone presenti e ringrazio chi era accanto a me che ha subito capito la gravità del momento, facendo un capannello intorno a mia moglie a noi e alla piccola per scongiurare il peggio. Siamo da tanti anni qui a Parma e mi sentivo parte di una città alla quale ho sempre dato tanto, apprezzandone i modi di vivere e pensare ma purtroppo, mi dispiace dirlo, spesso avverto davvero tanto razzismo e pregiudizi nei confronti di noi napoletani. Preso dalla rabbia ho scritto nei giorni seguenti un post sui social dove denunciavo l’accaduto ma tantissime persone mi hanno aggredito verbalmente, con frasi che mi hanno fatto davvero male. La cosa che mi ha ferito di più è stato vedere mio figlio terrorizzato e lo è ancora in questi giorni. Mi ha poi detto: “Papà, perché quei bulli non ci vogliono bene?” ed è incredibile come un bambino abbia capito la situazione pronto a porgere l’altra guancia mentre quei ragazzi violenti invece volevano prendersela, per nessun motivo, con delle persone innocenti”.
L’iniziativa di solidarietà di Parma Partenopea
Il direttivo di Parma Partenopea insieme al presidente Francesco Allotti e ai soci tutti, ha deciso di porgere la propria solidarietà alla famiglia aggredita a Parma e colpita da questo increscioso episodio, organizzando un momento insieme per donare un po’ di serenità e far sentire l’affetto che solo i napoletani sanno dare. Inoltre, la famiglia è stata omaggiata di sciarpe, magliette e delle tessere di soci per la prossima stagione in modo da poter vedere le partite del Napoli insieme e sentirsi parte di una comunità azzurra dal cuore d’oro, dai sani principi e dai grandi valori sportivi. “Ringrazio Parma Partenopea per il bellissimo pensiero e non vediamo l’ora l’anno prossimo di vedere con loro le partite del nostro Napoli. Spero che mio figlio dimentichi presto l’accaduto e che non associ Parma e il Napoli al terrore che ha provato: ha solo cinque anni e merita di essere spensierato e di vivere solo momenti di gioia legati alla nostra squadra del cuore”.
AL.BA.
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Testarda, imprevedibile, caparbia e passionale. Con la “testa nel pallone” ed i piedi in uno stadio.